Fra i paese in cui venie in inviato il maggior numero di messaggi spam l’Italia conquista l’ottavo posto. La nostra posizione nella classifica stilata da Trend Micro, leader della sicurezza nel cloud, non è certo un risultato di cui andar fieri e rappresenta un allarme rispetto alla vulnerabilità dei nostri sistemi informatici. Come emerge dal rapporto “Pericolo all’orizzonte” nel terzo trimestre 2015 sono stati rilevati oltre 23 milioni di indirizzi Ip che inviavano spam, mentre sono 8 milioni e mezzo le visite neutralizzate da siti maligni.
Del resto il periodo luglio-settembre è stato caratterizzato dalla vicenda Hacking Team, con violazioni di dati che hanno stimolato attacchi secondari diretti alla reputazione delle persone. Problemi anche per i dispositivi mobile, con 297mila app maligne bloccate e Android più colpito di Apple, e per i pc infettati, minacciati tramite 2 milioni e 200mila malware indirizzati alle piattaforme di internet banking degli utenti.
“Il cyberspazio è diventato più punitivo – ha affermato Tom Kellermann, chief cybersecurity officer Trend Micro – Per mitigare le violazioni future e ridurre i rischi, le aziende si devono focalizzare sull’eliminazione delle intrusioni indirizzando eventuali infezioni secondarie. L’integrazione di sistemi di rilevamento delle violazioni con sistemi di prevenzione delle intrusioni è oggi fondamentale nella lotta ai cyber criminali”.
Fra i paesi più colpiti spiccano gli Stati Uniti, dove si è concentrato il 17% dello spam globale. Particolarmente emblematico l’attacco ai sistemi informatici dello Ucla Health System, compagnia di Los Angeles, che ha compromesso oltre 4 milioni e mezzo di dati. Il Vietnam (12%) e la Cina (7%) chiudono in podio, mentre prima dell’Italia si sono piazzate Argentina, India, Spagna e Brasile.