Cavidotti aperti a prezzi orientati al costo, unbundling sulle Ngn,
possibilità di segmentare per aree geografiche i vincoli in capo
agli ex monopolisti (e dunque, in Italia, a Telecom). Sono alcune
delle raccomandazioni contenute nella bozza per le nuove regole sul
passaggio dal rame alla fibra – anticipata da Milano Finanza – che
la Commissione Ue presenterà il 17 giugno a Bruxelles nel corso di
un incontro con i rappresentanti delle Comunicazioni di tutti i
Paesi Ue.
Gli operatori dominanti dovranno aprire i cavidotti ai concorrenti
a prezzi orientati al costo e non, come ipotizzato da Agcom, a un
“prezzo ragionevole”. Nel momento in cui Telecom comincerà a
scavare per posare nuova fibra dovrà comunque predisporre
cavidotti in grado di ospitare quelli degli altri operatori.
Inoltre, nel momento in cui Telecom poserà i cavi nella parte
terminale della rete, la Commissione Ue chiede, se permesso dalla
legge, che posi più di una linea in fibra.
Per quanto riguarda l’unbundling viene chiesto che il principio
venga esteso anche alla banda larga (salvo zone coperte dagli Olo):
il prezzo per il passaggio sull’ultimo tratto dovrà essere
concesso con orientamento al costo, ma si dovrà tener conto dei
rischi aggiuntivi per l’investimento.
Spetterà al Garante verificare che tra prezzo all’ingrosso e
quello fissato da Telecom per i clienti finali resti un margine di
guadagno per gli Olo efficienti.
Dovrebbe andare incontro alle richieste degli ex monopolisti la
norma che assegna all’Authority la possibilità di segmentare per
aree geografiche la regolamentazione in capo agli ex monopolisti
stessi: mani libere, dunque, laddove il mercato sia aperto alla
concorrenza.
Il commento di Innocenzo Genna ex presidente Ecta:
“Deregolamentazione non sufficiente a spingere gli inevstimenti
se prima non si è raggiunto un certo grado di concorrenza”.