Orange vuole espandersi in Europa, forse anche unirsi alla nostra Telecom Italia – tanto che è già al lavoro con dei consulenti per valutare le sue opzioni. Lo riporta oggi l’agenzia di stampa Bloomberg che cita fonti vicine alle due aziende.
Una fusione con l’ex monopolista italiano è una delle tante possibilità che la telco francese sta studiando e l’analisi strategica è ancora alle prime fasi, continuano le fonti; inoltre Orange potrebbe concludere che non è il momento per manovre di peso sul mercato.
Qualunque sarà l’esito della valutazione strategica di Orange, è chiaro che il gruppo francese vuole giocare un ruolo di maggior spicco sul mercato europeo delle Tlc, divenuto sempre più competitivo. Orange è alle prese da alcuni anni col calo delle vendite e dei profitti sul suo mercato domestico a causa della pressione dei carrier alternativi low-cost che hanno determinato un calo dei prezzi delle chiamate e del traffico dati per i consumatori finali, osserva Bloomberg. Orange, dicono le fonti dell’agenzia di stampa, aveva anche preso in considerazione un’operazione di ristrutturazione interna, incluso lo scorporo di alcune attività, ma l’ipotesi dell’espansione è stata preferita perché capace di garantire più efficacemente un ritorno alla crescita e a una maggiore redditività.
L’intera industria europea delle telecomunicazioni è in fermento e alla ricerca di operazioni di consolidamento. Come noto, nel Regno Unito British Telecom ha siglato quest’anno l’accordo per l’acquisizione del carrier mobile EE (di cui Orange possiede il 50%), mentre in Francia il miliardario Patrick Drahi ha comprato Sfr fondendola con Numericable.
Ma un’eventuale fusione Orange–Telecom Italia si scontrerebbe con molteplici ostacoli. L’azienda italiana ha un valore di mercato di circa 23 miliardi di euro e debito che ammonta a quasi 27 miliardi: il deal sarebbe per Orange gigantesco, il maggiore da 15 anni. Inoltre il nostro governo considera gli asset di Telecom Italia strategici e il maggior azionista di Orange è lo Stato francese. Una fusione Orange–Telecom dovrebbe dunque superare barriere di ordine politico e strategico in Italia e in Francia, visto che gli attuali maggiori investitori di TI sono francesi (Vivendi e Xavier Niel).
A giugno scorso Gervais Pellissier, capo delle operazioni europee di Orange, aveva detto che in Europa il consolidamento in atto sul mercato delle Tlc poteva portare grandi gruppi come Orange o Deutsche Telekom ad acquisire aziende “più piccole”, come Telecom Italia, che operano principalmente in un solo Paese europeo. In precedenza il Ceo di Orange Stephane Richard aveva affermato che la sua azienda era interessata a un merger con Telecom pur chiarendo che non vi era alcuna trattativa in corso. Anche ora l’azienda francese ha commentato i rumors chiarendo che sta solo studiando il mercato e non esiste alcuna trattativa con l’incumbent italiano.