Aggiornare il regolamento sull’equity crowdfunding del 2013 per renderlo più “snello” e in linea con le esigenze del mercato, ossia per favorire gli investimenti nelle startup innovative: è questo l’obiettivo alla base dell’avvio, da parte della Consob, di una consultazione pubblica ad hoc che durerà fino all’11 gennaio 2016. Fra le prime proposte sottoposte all’esame del mercato quella che prevede di estendere la nozione di “investitori professionali” per toccare una platea più ampia di soggetti – dagli attuali “istituzionali”- e quindi per aumentare le possibilità di finanziamento.
L’Italia stato il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding. Alle startup innovative sono dedicate alcune norme introdotte dal Decreto Crescita bis del 2012 che ha delegato alla Consob il compito di disciplinare alcuni specifici aspetti del fenomeno con l’obiettivo di creare un “ambiente” affidabile per gli investitori (di qui il Regolamento del 2013).
La proposta messa in consultazione dalla Commissione mira a includere nel “parterre” tutti coloro che hanno i requisiti fissati dalla direttiva comunitaria Mifid, per la classificazione degli “investitori professionali su richiesta”, identificati secondo criteri di conoscenza e di esperienza nelle attività di investimento.
La Consob propone inoltre la semplificazione della procedura di esecuzione degli ordini per abbattere anche i relativi costi di transazione. L’obiettivo è di rendere possibile la conclusione delle operazioni integralmente per via telematica, ma a condizione che i gestori si attrezzino ad effettuare le verifiche necessarie.