“Nonostante la rapida espansione del commercio elettronico, la maggior parte delle imprese italiane non è ancora in grado di beneficiare completamente del mercato unico digitale”. A ribadirlo è la Commissione europea, che oggi ha presentato le prime iniziative per realizzare il mercato unico digitale, secondo cui grazie a questo programma i benefici per il Pil italiano possono essere quantificate in circa mezzo miliardo di euro, e per la precisione in 484 milioni. Questo anche grazie al fatto che l’Italia ha un ampio margine di miglioramento nel settore del commercio elettronico: solo il 10% dei rivenditori al dettaglio italiani, secondo le stime europee, vende on-line a consumatori europei al di fuori dei confini nazionali.
Tra gli obiettivi delle due direttive proposte dalla Commissione Ue per rilanciare l’e-commerce nell’ambito del mercato unico digitale c’è quello di assicurare le stesse tutele in tutta l’Ue per i consumatori quando fanno acquisti online, che si tratti di prodotti fisici p di contenuti digitali. I consumatori potranno avere ora 2 anni di garanzia per una merce difettosa acquistata online, e ottenere il rimborso per un gioco scaricato online con un bug, come succede con gli acquisti effettuati nei negozi.
In particolare poi l’esecutivo comunitario ha proposto un’armonizzazione del diritto contrattuale, oggi differente da Stato membro a Stato membro. Per il nostro Paese una legislazione comune vorrebbe dire che il 68% delle imprese italiane che già vendono on-line “potrebbe sicuramente avviare o incrementare la propria attività di vendite transfrontaliere in rete”. Ma un’armonizzazione delle regole comporterà anche la diminuzione dei prezzi. Per l’Italia la Commissione europea stima come effetto di questa riduzione dei prezzi un aumento delle spese delle famiglie pari a 2,7 miliardi.