L’SMS è morto? Viva l’SMS! Stando alla crescita che registra anno su anno Mobyt, multinazionale italiana specializzata in mobile marketing & service, il caro vecchio “messaggino” ha ancora parecchio da dire, nonostante molti analisti ne abbiano decretato l’estinzione all’alba dell’era dell’always on e della app economy. Una vitalità che sembra trovare sempre più slancio nei servizi di comunicazione (pubblicitaria e commerciale, ma non solo) rivolti dalle aziende ai propri clienti, nelle funzionalità di ripristino delle password sulle piattaforme social e per la produttività in cloud e, nuovissima prospettiva, nel mondo dell’Internet of things.
Mobyt ha convocato una conferenza stampa stamattina a Milano sia per condividere notizie sull’andamento e sulle strategie aziendali, sia per far arrivare alla comunità degli investitori il messaggio che il gruppo, da marzo quotato all’Aim (il mercato delle piccole e medie imprese di Borsa italiana), è solido dal punto di vista finanziario, offrendo per l’appunto interessanti prospettive di crescita.
“Abbiamo raccolto al primo giro di collocamento 4,5 milioni di euro – ha spiegato Giorgio Nani, cofondatore con Sandro Edelvais e amministratore delegato di Mobyt –. Ma nonostante i ricavi netti al 30 giugno 2015 siano cresciuti del 32% a 13,1 milioni di euro, con l’ebitda pari a 1,8 milioni (+125%) e il risultato netto a 800 mila euro (+167%), abbiamo ancora qualche difficoltà a farci seguire sui listini in maniera proporzionale all’andamento delle attività e dei conti”.
I 4,5 milioni di euro fruttati dalla vendita delle azioni sono stati impiegati per acquisire le società Mobile solution (titolare del marchio Skebby) e Digitel mobile, che hanno permesso a Mobyt (che comunque dispone di liquidità per ulteriori 4,2 milioni, da utilizzare per nuove acquisizioni) di diventare un riferimento internazionale per chiunque, dalla grande corporation al piccolo retail, voglia comunicare con i propri clienti attraverso gli SMS. “Siamo leader di mercato con 516 milioni di messaggi inviati nei primi dieci mesi del 2015, lavorando per 60 mila clienti in 202 diversi mercati”, ha confermato Nani. NTV, Coop, Indesit, Meliconi sono solo alcuni dei nomi delle organizzazioni che sfruttano i servizi di Mobyt, le cui basi sono anche in Francia, negli Stati Uniti e in Brasile. Ma il focus è sempre più spostato sulle Pmi, che generano marginalità maggiori e che producono più rapidamente cashflow grazie al modello di business a loro dedicato.
“Per accedere ai nostri servizi è sufficiente entrare nel sito e acquistare campagne di invio SMS personalizzabili e prepagate”, ha spiegato Nani, precisando che oggi circa il 50% del fatturato complessivo (ripartito a sua volta in parti uguali tra attività di marketing e service) è generato proprio dagli small business.
Ma come detto, la nuova prospettiva è quella dell’Internet of things. Mentre gli addetti ai lavori si stanno ancora confrontando su standard e protocolli di comunicazione M2M, in attesa delle reti 5G, che abiliteranno le trasmissioni a bassissima latenza, Mobyt propone la sua soluzione al problema, o per lo meno a specifici ambiti del problema, già pronta all’uso.
“Le nostre piattaforme sono adottate dai gestori delle vending machine, che comunicano agli operatori quando i distributori vanno riforniti e in base a quali referenze tramite SMS – ha detto Nani –. Ma anche i telecomandi universali Meliconi sfruttano i messaggi di testo per permettere agli utenti di programmarli automaticamente con un codice in base al modello di televisore in uso”.
Le applicazioni sono numerosissime e non solo in ambito strettamente commerciale: un’azienda municipalizzata cliente di Mobyt permette ai visitatori del cimitero cittadino di trovare l’esatta ubicazione di una tomba fornendo il nome del defunto e richiedendo le coordinate via SMS, mentre chi è affetto da SLA può utilizzare uno speciale software che gli permette di comunicare proprio con i “messaggini”.
“Il mercato degli SMS in modalità Application to person vale 300 milioni di euro, e ha conosciuto una crescita del 48% nel 2014 – ha aggiunto Nani -. Naturalmente il traino è il marketing, ma noi siamo convinti che ci siano nuove grandi opportunità nella comunicazione tra oggetti. L’SMS ha davanti a sé una vita più lunga di quanto si possa pensare: nel 2012 Gartner diceva che era morto, ma si sbagliava: dalle tele-password (uno dei nostri principali clienti lo usa solo per il recover) alle informazioni di servizio e commerciali fino ai canali meteo, l’SMS ha saputo costruirsi un ruolo alternativo all’instant messasing e alle comunicazioni in-app.
Considerato anche il fatto che per l’utente finale è sempre gratuito e che viene aperto nel 98% dei casi contro il 24% delle e-mail, siamo sicuri che il mercato continuerà a considerarlo uno strumento indispensabile, perché intimo e completo nella costruzione della relazione con il cliente”.