“A gennaio avvieremo le verifiche con le Autorità per valutare la validità” del piano di cablaggio in fibra ottica con Metroweb. Lo ha annunciato l’Ad di Telecom, Marco Patuano a margine dell’evento “Italia Connessa”, spiegando che “abbiamo iniziato a lavorare con i colleghi di Metroweb per definire la possibilità di avere un importante ampliamento del nostro piano per il cablaggio di 100 città. Ragioniamo su 250 città con Metroweb“.
Patuano ha spiegato che “è un work in progress, ci sono oggettive tematiche regolatorie da affrontare che sono determinanti nel progetto quando si passa dal macro al dettaglio”.
Con Metroweb Telecom ha in corso dei colloqui per la definizione di un progetto per la banda ultralarga ma ipotesi di prezzi e di conferimenti azionari sono ancora premature, ha però spiegato: “Non abbiamo sviluppato né il tema dei prezzi né dettagli finanziari”, ha detto Patuano ì. E’ dunque ancora presto per ipotizzare il conferimento di Metroweb in Telecom Italia a fronte del quale la Cdp, che ha una quota in Metroweb attraverso Fsi, potrebbe avere azioni della compagnia.
Per Patuano “l’infrastruttura spenta non serve a nulla”. “La posa della fibra ottica senza la sua ‘accensione’ è inutile. Sento dire ‘porto la fibra’ ma – ha ricordato – senza l’elettronica la fibra non serve a nulla; non basta l’infrastruttura passiva”.
Riferendosi all’intervista del manager francese Xavier Niel su La Stampa, Patuano ha sottolineato che “è una visione industriale forte e chiara come lo stesso Xavier Niel sostiene, poi una visione di alto livello bisogna saperla declinare”. “Si conferma che un rafforzamento di quanto detto, di interesse industriale, ma da qui a declinarlo vedremo”, ha evidebziato. E sull’avere più fibra ottica sono d’accordo, sui prezzi più bassi magari un po’ meno”, ha chiosato.
Per quanto riguarda il rapporto con Vivendi per Patuano la definizione di braccio di ferro è una parola forte”. “Che un’azienda con il 20% voglia sedere nel Cda è difficilmente contestabile – ha detto – purtroppo la soluzione per consentire a Vivendi la partecipazione al nostro Cda è stata la più spettacolare che ci potesse essere e questo non è mai una buona soluzione quando si parla di finanza”.