ITALIA CONNESSA TIM

Emilia Romagna regione più digitale, Calabria regina Ngn

E’ quanto emerge dal report Italia Connnessa di Tim. Chiari il Comune che si aggiudica il contest 2015. Opilio: “Nel 2016 si crescerà ancora”. Battiferri: “Servono centri di eccellenza territoriali”

Pubblicato il 18 Dic 2015

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Sono Emilia Romagna, Lombardia e Lazio le Regioni più avanzate sul fronte della digitalizzazione e quelle più vicine ai valori della media europea. È quanto emerge dalla quarta edizione del rapporto annuale Italia Connessa di Tim presentato oggi a Roma. Stando alla fotografia scattata da Tim, dal 2014 il nostro Paese ha impresso una forte accelerazione alla banda ultralarga tant’è che si è assistito ad una crescita del 16% della rete fissa Ngn di Tim e addirittura del 38% di quella mobile Lte al punto da annoverare l’Italia fra i top performer europei.

“Abbiamo già raggiunto una copertura delle unità immobiliari superiore al 41% con la fibra e oltre l’87% della popolazione con la tecnologia Lte – ha detto Marco Patuano, Ad di Telecom Italia in occasione della presentazione del rapporto- Vogliamo continuare il percorso anche rafforzando il piano di copertura delle reti di nuova generazione nelle aree a fallimento di mercato, estendendolo ad altri 1.146 Comuni inizialmente non previsti. Proseguiremo insieme alle Regioni e alle Amministrazioni locali secondo il modello virtuoso di partnership tra pubblico e privato già realizzato nelle regioni del Centro-Sud, dove abbiamo investito 750 milioni per dare un forte impulso al processo di digitalizzazione”.

Nel 2015 è stato fatto un importante scatto in avanti “e nel 2016 si crescerà ancor di più – ha annunciato Roberto Opilio, direttore Operations di Tim -. Riusciremo a recuperare le distanze con i Paesi più avanzati e alcuni probabilmente li supereremo, come ad esempio la Francia”.

È nel Centro-Sud che si sono raggiunti i livelli di copertura più importanti, superiori alla media nazionale: la Calabria è in testa con l’80% delle unità abitative raggiunte da reti fisse Ngn, seguita da Campania (70%) e Lazio (53%) a settembre 2015. “Dati che confermano l’efficacia del modello di partnership tra pubblico e privato realizzato da Telecom Italia nel meridione, dove l’azienda si è aggiudicata tutti i bandi di gara indetti dal Mise – ha puntualizzato Opilio. – Grazie alla tecnologia Vdsl è possibile raggiungere velocità di 130 Mb al secondo e si arriva a 300 Mb laddove il cabinet è meno distante dalle abitazioni”. Il Comune di Chiari, in provincia di Brescia, si è aggiudicato il contest “Italia Connessa – Comuni Connessi 2015”. Nel territorio del Comune Tim realizzerà le infrastrutture ultrabroadband fisse e mobili in anticipo rispetto ai propri piani.

Per la realizzazione del report quest’anno per la prima volta è stata applicata a livello regionale la metodologia Desi (Digital Economy and Society Index), utilizzata dall’Unione Europea per misurare il livello di digitalizzazione dei 28 Paesi, che ha consentito di analizzare ogni Regione in base a 32 indicatori aggregati in 5 sottodimensioni: il livello di connettività, le competenze digitali, l’uso di Internet, l’integrazione delle tecnologie digitali, lo sviluppo dei servizi pubblici digitali. Ciò ha consentito di rappresentare lo stato della digitalizzazione di ciascuna Regione italiana stilandone una classifica sulla base sia dei singoli indicatori sia sulle 5 sottodimensioni a livello complessivo. E considerando tutte le dimensioni di analisi del Desi, spiccano l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Lazio che guidano la classifica e si avvicinano maggiormente alla media europea. Persiste il distacco tra le Regioni del Nord e il Lazio da una parte, con valori superiori alla media nazionale, e dall’altra le Regioni del Sud Italia che si posizionano nella parte bassa della classifica.

“Il problema vero dell’Italia è che c’è uno scollamento fra i servizi e-gov effettivamente disponibili e quelli utilizzati: è evidente che la conoscenza dei cittadini è ancora scarsa e che dunque bisogna agire su questo fronte”, ha detto Simone Battiferri, Direttore Business di Tim. “Lo Stato deve farsi carico dell’infrastruttura abilitante affinché si sviluppino servizi anche pubblici e bisogna creare frame che espongano i dati in ottica di open service”. Battiferri ha puntato i riflettori anche sul ritardo in tema di e-business: “Le nostre piccole aziende ancora non riescono a esprimere capacità di offerta attraverso il digitale. Sarebbe auspicabile generare centri di eccellenza tematici sul territorio”.

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