La Fiom-Cgil non ha firmato l’accordo per approvare l’integrazione di Olivetti all’interno di Telecom Italia. La sigla sindacale – indica una nota – ha ritenuto “le condizioni proposte non accettabili in primo luogo per la mancanza di un piano industriale, che verrà presentato forse nel prossimo anno”.
La Fiom non condivide inoltre la decisione dell’azienda sull’uscita di 300 dipendenti, “dichiarati in esubero in modo unilaterale, utilizzando la cessione di contratto e applicando in molti casi il demansionamento”. La Fiom-Cgil ha inoltre puntato l’indice sulla disdetta di tutti gli accordi sindacali Olivetti e su istituti contrattuali come le ferie che potranno essere al massimo 23 giorni rispetto agli attuali 26 maturabili. La decisione, contesta la sigla, è stata presa “sulla testa dei lavoratori da sindacati minoritari ed Rsu elette con pochissime preferenze”, senza un ulteriore passaggio in assemblea per decidere sull’intesa.
La “Nuova Olivetti” partirà con circa 430 persone delle quali circa 230 di Olivetti e le restanti proverranno dalla fusione per incorporazione di Tids (Telecom Italia Digital Solutions). 230 lavoratori Olivetti passeranno in Telecom Italia e una settantina saranno gestiti con outplacement e prepensionamenti. Il piano di ristrutturazione e rilancio della società – basato sul nuovo Piano Industriale 2015-2017 – punta in sostanza a una radicale trasformazione dell’azienda attraverso il progetto di fusione con Telecom Italia Digital Solutions (Tids) che darà vita ad un unico Polo Telecom Italia che presidierà l’innovazione nel digital e dei verticals di interesse strategico.
In dettaglio, il Piano Industriale Olivetti si sviluppa in due principali fasi: ristrutturazione di Olivetti nel 2015; fusione per incorporazione di Tids e avvio della nuova struttura societaria (Nuova Olivetti).
L’attuale organico di Olivetti è composto da 538 risorse. Il piano di ristrutturazione prevede che circa 230 persone passino in Telecom Italia mentre per altre circa 70 è previsto l’outplacement su base volontaria o il prepensionamento, mentre i restanti 230 lavoratori, come detto, entreranno nella Nuova Olivetti. Dal punto di vista industriale la “Nuova Olivetti” post-fusione con Tids svilupperà un posizionamento distintivo di competenze sul digitale in particolare per le Pmi.