“Decideremo in assemblea con le lavoratrici e i lavoratori le iniziative da intraprendere in modo da tutelare in tutti i modi le condizioni e il lavoro contro le scelte di Telecom che, da quando è subentrata in Olivetti, ha spogliato il territorio dalla Olivetti e dalla sua storia, promuovendo però tutti i dirigenti che hanno contribuito a questo disastro”. A parlare è Fabrizio Bellino, responsabile Olivetti per la Fiom-Cgil. Dopo essersi rifiutata di firmare l’accordo sindacale per la fusione tra Olivetti e Tids (Telecom Italia digital Solutions) la Fiom, che rappresenta la grande maggioranza delle Rsu, punta alla mobilitazione dei lavoratori è starebbe considerando la possibilità di iniziative legali per garantire i diritti maturati.
Il piano aziendale prevede una nuova mission per l’azienda che dopo la fusione, varata l’11 dicembre, si chiamerà Nuova Olivetti, e sarà operativa dal primo gennaio. Come già annunciato lo scorso 15 maggio nel piano di ristrutturazione di Olivetti, Telecom Italia ha deciso di puntare sulle competenze distintive di Olivetti nel progettare e ingegnerizzare gli oggetti, sulla sua capillare rete di vendita e sul brand noto a livello internazionale, integrandole al know how maturato da Tids nei settori Machine to Machine, Internet of Things, Cloud Computing e multicanalità evoluta. Duecento sono i lavoratori Olivetti coinvolti in questa operazione e sono quelli rimasti dopo l’ultima ristrutturazione, mentre altrettanti provengono da Tids. La Nuova Olivetti adotterà non più il contratto dei metalmeccanici ma quello delle telecomunicazioni.
La Fiom-Cgil lamenta, tra le altre, cose la mancanza di un piano industriale, “che verrà presentato forse nel prossimo anno”, l’uscita di 300 dipendenti, dichiarati in esubero in modo unilaterale, utilizzando la cessione di contratto e applicando in molti casi il demansionamento; la disdetta di tutti gli accordi sindacali Olivetti; la “svendita” degli istituti contrattuali come le ferie che potranno essere al massimo 23 giorni rispetto agli attuali 26.
Per Claudio Chiarle segretario di Torino e Canavese della Fim-Cisl che ha firmato l’intesa con l’azienda con Uilm e Ugl “non c’è alcuna diminuzione di garanzie. I lavoratori mantengono tutte le condizioni precedenti comprese quelle di miglior favore”, ad eccezione dei giorni di ferie. “Ma – sottolinea Chiarle – non ci sembrava il caso di far saltare tutto per una questione parziale e relativa soltanto a una parte dei lavoratori. Questo accordo serve a dare continuità e tutela occupazionale e a preservare i diritti dei lavoratori”.