Il cybercrime arriverà in orbita nel 2016. A lanciare l’allarme è Raj Samani, cto di Intel Security nell’area Emea, secondo il quale gli attacchi hacker potrebbero ben presto raggiungere anche i satelliti spaziali. “L’industria aerospaziale ha fatto affidamento su tecniche di dissimulazione come mezzo per proteggersi e la proliferazione dell’utilizzo dei satelliti, per consentire la nostra connettività e le comunicazioni di tutti i giorni, li rende un possibile vettore di attacco sempre più interessante per i criminali informatici”, spiega Samani secondo il quale negli ultimi tempi sono aumentati gli esempi di vulnerabilità delle reti satellitari e il loro sfruttamento a scopo di lucro da parte dei cyber-criminali.
“Come abbiamo visto per le infrastrutture critiche – spiega il manager – i criminali informatici in poco tempo riescono a sfruttare le vulnerabilità, una volta che sono state individuate”. Il cto di Intel Security ritiene che la possibilità di intercettazioni e violazioni della privacy in ambito di telecomunicazione dipenda dalla dipendenza di satelliti in orbita bassa.
“Di tali vulnerabilità si sono già serviti gruppi criminali che stanno sfruttando le comunicazioni satellitari commerciali per nascondere il proprio operato e le infrastrutture di controllo rendendosi irrintracciabili dalle piccole imprese che non sono in grado di rintracciarli tramite le infrastrutture satellitari hackerate”.
Secondo Samani però questa situazione è solo la punta dell’iceberg, in quanto numerose criticità “sono state documentate e dimostrano chiaramente che non sono state adottate misure di sicurezza nei principi di progettazione di tali sistemi di telecomunicazione”. Tra le vulnerabilità evidenziate rientrano elementi basilari della sicurezza, come le credenziali di autenticazione nella cache e l’utilizzo di protocolli sicuri.
“Risulta quindi fondamentale che l’industria aerospaziale prenda sul serio questa minaccia – conclude il manager-. Bisogna riconoscere che il mito dei satelliti impenetrabili è proprio un mito”.