ULTRABROADBAND

Preto: “Rete Infratel, sfida anche per Agcom”

Per il commissario, l’Authority giocherà un ruolo importante visto che dovrà regolare tariffe e tecnicalità dei contratti d’uso di lungo periodo con i quali la fibra sarà concessa ai vari operatori nelle aree C e D. Pax regolatoria più vicina, ma c’è ancora molto da lavorare

Pubblicato il 11 Gen 2016

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Un ruolo, pesante, ci sarà anche per Agcom nel caso Infratel realizzi una rete in fibra ottica tutta pubblica nelle aree C e D a fallimento di mercato. Questo perché “dovrà regolare tariffe e tecnicalità dei contratti d’uso di lungo periodo con i quali la fibra sarà concessa ai vari operatori” nelle aree C e D. Lo afferma il commissario Agcom Antonio Preto in un’intervista rilasciata venerdì scorso all’edizione online del Sole 24Ore.

Preto affronta anche le tematiche legate all’analisi di mercato dell’ultrabroadband. Secondo Preto la nuova regolazione potrebbe essere propedeutica ad una “pax regolatoria” che metta fine alle annose diatribe che per anni hanno dato la stura a innumerevoli contenziosi e ricorsi alle autorità amministrative di ogni genere.

“Prezzi equi e ragionevoli dei servizi all’ingrosso che Telecom offre ai competitor, parità di accesso alla rete, disaggregazione della manutenzione correttiva e possibilità per gli operatori di rivolgersi direttamente ai manutentori sono tutte premesse di una pax regolatoria” possibile, auspica Preto. Anche se, ammette il commissario, “è una strada lunga e difficile. Le premesse non bastano: ci vuole la volontà concreta che si deve tradurre in scelte condivise dal mercato, con l’approvazione di Agcom”.

Quanto alla parità di accesso, Preto manifesta l’esigenza che “tutti gli operatori siano disposti ad investire nei nuovi processi. Serve un’azione condivisa anche per quanto riguarda la liberalizzazione della manutenzione. A mio avviso, Telecom deve certificare chi potrà mettere le mani sulla sua rete ma poi la libertà contrattuale deve potersi esprimere, seppure in un sistema di standard comuni”.

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