L’iter per il riassetto della rete di Telecom Italia, che il gruppo guidato da Marco Patuano dovrà concordare con l’Agcom, si appresta a entrare nel vivo. “Telecom formulerà le sue proposte, come previsto dall’Autorità entro il 22 febbraio – spiega a Radiocor Antonio Nicita, commissario dell’Autorità garante per le Comunicazioni -. Auspichiamo di concludere l’intero processo entro l’estate”. In sostanza, si tratta di un aggiornamento delle regole determinate con gli impegni sulla rete presi nel 2009 e che, secondo Nicita, “necessitano di un rafforzamento sotto il profilo della qualità garantita dell’accesso”.
Per il commissario dell’authority “la tempistica prevista è coerente” con quella appena decisa per la semplificazione delle nuove offerte di riferimento dei servizi di accesso disaggregato alle reti Telecom per gli anni 2015 e 2016, da poco in consultazione pubblica.
“Si avrà un doppio binario che dovrà convergere verso un sistema nuovo più efficace, trasparente e semplice per garantire una migliore qualità della rete capace di coniugare concorrenza ed efficienza dell’organizzazione verticale di Telecom Italia tra rete proprietaria e servizi”.
Lo scorso 5 novembre il consiglio di amministrazione di Telecom Italia aveva già deciso di portare la divisione Open Access sotto quella Wholesale, per garantire una maggiore parità di trattamento con gli operatori alternativi ed evitare multe e lunghi contenziosi, come quello partito nel 2013 con una sanzione da 103 milioni e rispetto al quale c’è ancora in piedi una causa civile da 1 miliardo. Il riassetto della rete era stato salutato positivamente dall’Agcom, anche se il presidente Angelo Maria Cardani aveva sottolineato la necessità di concordarlo con l’Autorità.
Nello specifico, Telecom dovrà presentate al Garante alcune proposte nell’ambito del provvedimento sulle nuove tariffe e le nuove regole per l’accesso alla rete negli anni 2014-17. Nicita, che è uno dei relatori di quel testo, ha spiegato che la telco “ha 60 giorni di tempo, entro il 22 febbraio, per presentare le sue proposte” e che sarà poi l’Agcom a individuare il percorso decisionale per l’approvazione della delibera e le notifiche a Bruxelles.
Due i blocchi di proposte che l’authority ha chiesto di avanzare al gruppo guidato da Patuano. Uno che riguarda il rafforzamento della parità di trattamento con gli altri operatori, il cosiddetto modello dell’equivalence of output, e nel quale verrà probabilmente inserito lo spostamento della divisione Open Access sotto quella Wholesale. Un altro blocco sulla disaggregazione ed esternalizzazione dei servizi accessori, come la manutenzione e l’attivazione delle linee.
Nella formulazione delle proposte, Telecom dovrà comunque attenersi ad alcuni principi individuati dall’Agcom. Ad esempio, spiega Nicita, “il rafforzamento dell’equivalence of output deve essere finalizzato a prevenire, attraverso una serie di nuovi processi, le discriminazioni nel trattamento delle linee degli operatori alternativi rispetto a quelle Telecom”.
Rispetto al secondo gruppo di iniziative, nell’ipotesi di disaggregazione dei servizi si prevede l’estensione del ricorso a imprese terze, di cui Telecom già in parte si serve, in tutto il territorio nazionale. Oltre alla necessità di individuare il grado di autonomia tra operatori alternativi e imprese terze sotto il controllo della rete da parte di Telecom Italia, per risolvere in maniera più efficace i problemi di attivazione e manutenzione delle linee telefoniche. Si andrebbe a configurare un modello di triangolazione con Telecom, imprese terze e Olo in cui l’ex monopolista mantenga comunque il ruolo di coordinatore.
“L’obiettivo è dare più trasparenza e semplificazione ed evitare imputazione di costi per servizi non erogati – sottolinea Nicita – riconoscendo i costi aggiuntivi di coordinamento e mantenendo le efficienze dell’integrazione verticale della rete proprietaria, che non è mai messa in discussione”.
Nell’ipotesi alternativa, quella della esternalizzazione dei servizi, che in teoria potrebbe diventare un eventuale sviluppo della prima, Telecom stabilirebbe invece solo la lista delle imprese mentre tra queste ultime e gli operatori alternativi si instaurerebbe un rapporto autonomo.
Il commissario ha spiegato poi che l’Autorità farà “una seria e approfondita analisi economica dei costi/opportunità di modelli alternativi che dovranno comunque sempre garantire l’integrità della rete e gli incentivi economici all’innovazione della stessa”. In questo processo generale gli operatori alternativi non rimarranno a guardare: “Dopo la ricezione delle proposte individueremo una procedura efficace e rapida di coinvolgimento attivo del mercato”, conclude Nicita che si dichiara ottimista per la buona conclusione dell’intero processo. “Il mio auspicio è di pervenire, fuori da posizioni ideologiche, a un quadro contrattuale serio e credibile, condivisibile da tutti. C’è spazio anche per forme lungimiranti di autoregolazione che, con la vigilanza dell’Autorità, si trasformino in regole”.