AGENDA DIGITALE

Data center, Patuano: “Troppi 50 nella PA”. Samaritani: “Non è detto che il numero sia quello”

Scontro sul consolidamento delle banche dati pubbliche. l’Ad di Telecom: “Servono soluzioni più coraggiose”. Il Dg di Agid: “Abbiamo censito 968 strutture, lavoriamo per efficientare il sistema”

Pubblicato il 14 Gen 2016

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Scontro tra Patuano e Samaritani sui data center della PA. L’amministratore delegato del gruppo Telecom Italia, durante il workshop “L’implementazione dell’agenda digitale italiana e le nuove sfide della rete” ha detto: “quando sento che l’Italia vuole fare 50 data center mi preoccupo”, auspicando per il futuro: “che la tecnologia ci suggerisca soluzioni più coraggiose e meno basate sui governatorati: meno data center, aree più grandi e campus”.

“Non è certo che i nuovi data center saranno cinquanta”, ha però risposto il direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale, Antonio Samaritani. “Questo numero nasce dal fatto che abbiamo censito 968 data center (e non sono nemmeno tutti) e di questi una cinquantina sono cose che possono stare in piedi, ciò non vuol dire che ne faremo 50”, ha spiegato Samaritani.

L’evento è stato occasione anche per parlare di big data. “E se i public big data fossero fonte di entrate fiscali per lo Stato?”, ha lanciato Patuano come provocazione. “Il mondo dei big data pubblici certificati diventa assolutamente interessante. Per costruire un’anagrafe ci sono dei costi da sostenere, quindi non mi scandalizza che si debba pagare per avere accesso a un dato pubblico certificato”, ha detto.

Pronta la risposta del fondatore del World Wide Web, Tim Berners-Lee, sottolineando la sua contrarietà al pagamento dei dati della PA e l’importanza che l’accesso ai dati sia aperto, libero e gratuito.

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