Stava già succedendo a uno dei pionieri della digital economy, Yahoo, e oggi la fuga dei top manager inizia a interessare anche quello che tra i social network sta vivendo un periodo difficile, Twitter, che dai tempi della sua quotazione in borsa si trova a combattere con una crescita della base utenti meno sostenuta rispetto alle previsioni e con investitori insoddisfatti. La notizia è stata accolta da Wall Street con un calo drastico, arrivando a -7%.
Dopo una serie di voci che si sono rincorse nelle ultimo ore è stato un tweet del ceo Jack Dorsey (nella foto) a dare ufficialità alla notizia: quattro vicepresidenti “hanno deciso di lasciare l’azienda”, “si prenderanno un meritato periodo di riposo”. Si tratta del responsabile di sviluppo e progettazione Kevin Weil, del responsabile dell’engineering Alex Roetter, del capo delle risorse umane Brian Schipper e della responsabile dei rapporti con i media Katie Jacobs Stanton.
A loro si aggiunge Jason Toff, che era alla guida del servizio di condivisione video “Vine” controllato da Twitter, che proprio nella notte ha annunciato con un “cinguettio” il suo passaggio nella divisione “realtà virtuale” di Google”. “La decisione di lasciare Vine è stata dura e combattuta – afferma Toff, parlando poi in un secondo messaggio dell’eccitante potenziale della nuova avventura – amo il team e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Ora ci sono molte sfide per loro all’orizzonte”.
A prendere l’interim delle funzione lasciate scoperte dai dimissionari, ha spiegato Dorsey, saranno il chief operating officer di Twitter, Adam Bain, e il chief technology officer Adam Messinger.
Tra le ricostruzioni dei media statunitensi, il New York Times sottolinea come ai tempi in cui fu chiamato a sostituire Dick Costolo alla guida del social network circolò la voce che Dorsey avesse scelto di accettare l’incarico con la condizione di poter sostituire l’intero consiglio d’amministrazione, e che questi abbandoni potrebbero far parte della realizzazione della strategia, con due nuove nomine nel board previste per i prossimi giorni.
A pesare sull’andamento negativo in Borsa, in ogni caso, non sarebbe stata soltanto l’ufficializzazione dell’abbandono dei top manager, ma anche le stime sui conti sull’ultimo trimestre, che evidenzierebbero secondo le anticipazioni un rallentamento rispetto al passato. L’utile per azione si prospetta infatti di 0,12 dollari per azione, allo stesso livello del trimestre precedente, mentre per il fatturato si prevede una crescita del 48,2% a 710 milioni di dollari, in linea con la media delle previsioni di 36 analisti, e in rallentamento rispetto agli ultimi risultati trimestrali. Nel terzo trimestre del 2015, infatti, il fatturato era cresciuto del 57,6%, mentre per i complessivi primi nove mesi dell’anno scorso aveva registrato un +63,3%.