Il 2016 sarà il primo anno col segno meno per le vendite di iPhone? E’ quello che si chiede Wall Street ora che Apple si prepara a presentare la sua trimestrale: anche se il mercato si attende “il più profittevole trimestre” di sempre nella storia della corporate America, con utili netti per la Mela che dovrebbero raggiungere il record di 18,2 miliardi di dollari, questa cifra è solo dell’1% maggiore del record già segnato da Apple lo scorso anno.
La differenza sostanziale è che, se negli ultimi tre mesi del 2014 gli utili dell’azienda guidata da Tim Cook sono balzati del 37% grazie a vendite di iPhone che lo stesso Ceo definiva “incredibili”, a un anno di distanza il quadro è profondamente mutato: il mercato degli smartphone è in rallentamento e la domanda cinese, che ha messo l’anno scorso il turbo ad Apple, è più incerta.
La maggior parte degli analisti si aspetta che nel primo trimestre le vendite di iPhone saliranno leggermente rispetto al primo trimestre fiscale di un anno fa (quando la Mela ha distribuito 74,5 milioni di unità), tuttavia ciò che preoccupa – gli analisti e ancor di più gli investitori – è quello che accadrà nel resto del 2016 al prodotto di Apple da cui dipende il grosso del suo profitto. “Molti analisti pensano che l’iPhone abbia raggiunto il suo picco e ora sia destinato a una inesorabile flessione”, afferma Ben Bajarin di Creative Strategies.
Per il trimestre in corso, che termina a marzo, la flessione è data per certa dal mercato: la differenza sta solo nell’entità del declino. L’analista di Morgan Stanley Katy Huberty è tra i più pessimisti: pensa che le vendite di iPhone potrebbero scendere sotto 50 milioni di unità, contro 61 milioni di un anno prima.
Anche per l’intero 2016 Wall Street si aspetta un andamento col segno meno per le vendite di iPhone. Per esempio, Sherri Scribner di Deutsche Bank pensa che le unità distribuite saranno del 4% inferiori (222 milioni in tutto) alla chiusura dell’anno finanziario (a settembre).
I fornitori della Mela hanno già suonato l’allarme indicando che taglieranno la loro produzione di componenti quest’anno per effetto della contrazione della domanda di Cupertino. Aziende come Qorvo, Dialog Semi e Cirrus Logic hanno tutti riportato vendite di almeno il 10% sotto il previsto nel trimestre chiuso a dicembre.
In un commento pubblicato oggi, il Financial Times fa notare che sono tanti i fattori in gioco: per esempio, iPhone 6 e 6 Plus sono venduti a prezzi meno alti del più recente 6s ma hanno ancora grande succcesso, e ciò può influire sulla redditività di Apple; inoltre, le fluttuazioni valutarie remano contro l’azienda di Cupertino, che ha alzato i prezzi dei suoi smartphone su diversi mercati, come Giappone, Canada, Australia e India, e questo ha indebolito la domanda internazionale, come hanno scritto anche gli analisti di Goldman Sachs.
Non è la prima volta che le vendite di iPhone (che rappresentano due terzi delle vendite totali di Apple) subiscono fluttuazioni. Già a inizio 2013 Wall Street ha mostrato segnali di nervosismo per vendite meno brillanti, ma la Mela è riuscita a ribaltare il trend con il lancio di iPhone 6 e 6 Plus a settembre 2014. Ora Apple sembra pronta a ridare la scossa al mercato con un prossimo modello che restringerà di nuovo le dimensioni dello schermo degli iPhone dopo averlo reso extra-large. Rumor insistenti dicono che presto arriverà un iPhone 5se, con display delle stesse dimensioni dell’iPhone 5 del 2012 ma, ovviamente, tecnologia all’avanguardia, tra cui il supporto per Apple Pay e Live Photos.
Sarà la scelta giusta? Non tutti gli analisti sono convinti: “Aiuterà a frenare il declino per un po'”, commenta la Scribner. “Ma il mercato non vuole più gli schermi piccoli”.