La Rai formalizza il licenziamento di Antonio Azzalini. L’ormai ex responsabile dell’Intrattenimeno di RaiUno – convocato a Viale Mazzini per ritirare la lettera che risolve il rapporto di lavoro – paga la decisione anticipare di oltre 40 secondi il Capodanno (durante lo spettacolo di Matera, il 31 dicembre). Nelle motivazioni del licenziamento, la Rai spiega che Azzalini ha deciso di brindare al nuovo anno in anticipo senza avvertire i suoi superiori e tantomeno il direttore della Prima Rete, Giancarlo Leone.
La linea difensiva dell’ormai ex dirigente si basava sul fatto che Leone avrebbe dovuto sapere della “prassi dell’anticipo” dato che le reti Rai l’hanno praticata sei volte dal 2007 ad oggi. L’azienda nega che questa prassi sia mai esistita: “La sua difesa – osserva la Rai in una nota – si è basata su argomentazioni non veritiere ed ulteriormente lesive dell’immagine della nostra società che, a differenza di quanto da lui affermato, non ha mai attuato l’anticipo dell’orario di Capodanno”.
In Commissione di Vigilanza, la presidente Rai Monica Maggioni nega però che il licenziamento dell’ex dirigente sia una “azione dimostrativa. È stata solo una questione di serietà aziendale”, assicura. “La scelta di anticipare il conto alla rovescia è stata deliberata, autonoma e non condivisa da nessuno. Tutto questo rischiava di mettere in discussione la credibilità del servizio pubblico. Decidere scientemente di minare questa credibilità è stato ritenuto un atto inaccettabile. Abbiamo un’altra idea di servizio pubblico”.
Parte del cda Rai non ha però condiviso la decisione. “Il principio della responsabilità deve essere mitigato dal principio della gradualità – dice il consigliere, Arturo Diaconale – Per me è un provvedimento esagerato”.
“Sono contro i licenziamenti, sono per le assunzioni. Sono molto triste – sottolinea Carlo Freccero – Devo ancora parlare con il direttore generale e vedere la documentazione. Sono un uomo di televisione e della televisione conosco bene l’organigramma: c’è uncapostruttura, ma c’è anche un’organizzazione d’insieme. Ripeto, sono molto triste”.
“E’ un provvedimento che ci rende tristi – evienzia Franco Siddi – C’è però un principio di responsabilità e ci sono le competenze. Non è competenza dei consiglieri questa materia. E’ un procedimento disciplinare, regolato dal diritto del lavoro e dalle policy aziendali. Siamo alla prima tappa, c’è un sistema di garanzie e e in altre sedi le ragioni di ognuno potranno saranno eventualmente vagliate. In cda abbiamo chiesto di combinare rigore e misura e la gradualità viene definita dal regolamento interno”.