Google, Facebook e Amazon saranno presto costrette rendere pubblici i loro guadagni e anche gli accordi fiscali con i singoli Stati europei, in base ai quali pagano le tasse. Lo rivela il Guardian secondo cui il nuovo pacchetto anti-evasione sarà presentato il 12 aprile prossimo.
Secondo i tre alti funzionari Ue, vicini al dossier e interpellati dal quotidiano britannico, a favore delle norme sarebbe anche il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. “Si sta ultimando il lavoro di valutazione di impatto”, hanno detto i funzionari.
La legislazione fiscale nella Ue richiede l’accordo di tutti i 28 governi. Tuttavia, siccome le regole andrebbero a modificare due direttive già esistenti, potrebbero passare anche a maggioranza qualificata di 16.
Negli ultimi tempi una serie di eventi hanno determinato il colpo di acceleratore da parte dalla Commissione. A dicembre Apple ha concordato con l’Agenzia delle Entrate italiana il pagamento di 318 milioni di imposte arretrate. L’accordo ha messo fine a una controversia legale con il fisco che gli aveva contestato una maxi-evasione da circa 900 milioni di euro con l’accusa di “omessa dichiarazione dei redditi” tra il 2008 e il 2013 in particolare rispetto all’imposta sui redditi delle società (Ires).
In Gran Bretagna Google ha firmato con il governo di Sua Maestà un accordo da Poi c’è stato il accordo da 130 milioni di euro tra Google e il governo UK che ha sollevato dure critiche da chi avrebbe preferito un approccio più duro. A seguito delle polemiche l’Antitrust Ue ha aperto un fascicolo per verificare che non si tratti di aiuto di Stato illegale.
Guai anche in Italia per BigG: la Guardia di Finanza ha notificato alla web company un verbale di accertamento per una presunta evasione di 227 milioni di euro.
Linea dura della Francia. Il governo di Parigi ha chiarito che non ci sarà alcun accordo fiscale con Google, che invece dovrà versare al fisco tutto il dovuto: si contesta un evasione per 500 milioni.
La Ue ha approvato un piano antievasione che si poggia su tre pilastri: effettiva tassazione, trasparenza e concorrenza fiscale leale. Lo scorso ottobre i ministri delle Finanze dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo sullo scambio automatico delle informazioni fiscali tra i governi nei confronti dei grandi gruppi multinazionali per combattere l’elusione e l’evasione fiscale.