Sarà l’Internet of things lo strumento che rivoluzionerà il volto dell’industria per come la conosciamo oggi. Non si tratta soltanto di aziende connesse alla rete, fenomeno che è già oggi realtà, ma di una modalità di produzione completamente nuova nel campo del manifacturing, dei processi industriali per la produzione, grazie ai sensori e ai macchinari sempre connessi e in comunicazione tra loro. Lo dice Alberto Sangiovanni Vincentelli (nella foto), pioniere della ricerca sui circuiti integrati e docente all’Università della California a Berkeley: ”Oggi non esiste impresa che non usi in modo massiccio la rete, ma la vera rivoluzione sarà nella digitalizzazione capillare anche del manufacturing, con dispositivi e macchine che si parlano, si organizzano e ottengono risultati sicuri ed economicamente validi. I macchinari impiegati per la produzione saranno connessi tra loro con metodologie simili a quelle che si usano per Internet oggi e saranno in grado di leggere e usare in modo indipendente le informazioni create da sensori distribuiti ovunque nei luoghi dove si produrranno i beni di consumo e quelli di uso industriale”.
Secondo Vincentelli, che sarà a Milano in occasionedi un forum organizzato da National Instruments, tutto si baserà su sensori ”poco costosi, facili da installare, collegati fra loro e con il cloud in modalità wireless e sicura, per garantire movimento e facilità di connessione”.
“I circuiti integrati – conclude Vincentelli – saranno più piccoli ed eterogenei, nel senso che ci saranno sempre più periferiche, come i sensori, e perfino attuatori che verranno integrati con gli strumenti di calcolo. Bisognerà lavorare allo sviluppo di metodologie che ci consentiranno di mettere assieme i componenti in modo predicibile e senza tempi di progetto troppo lunghi”.