TV & SOCIAL

Sanremo, col digitale si trasforma nel “racconto dei racconti”

L’enorme “rimbalzo” sui siti social consacra il festival a fenomeno transmediale, che amplifica il contenuto Tv e dà luogo a una ri-narrazione dai mille capitoli

Pubblicato il 11 Feb 2016

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Il festival di Sanremo del 2016, in onda in questi giorni sulla Rai, ma seguito anche su altre piattaforme, potrebbe rivelarsi, ad oggi, come il più grande fenomeno di transmedialità della comunicazione in Italia. Le cifre che girano in queste ore sono significative, si parla di centinaia di migliaia di utenti che commentano il festival, le canzoni, le performance e il look degli ospiti, sui principali social media. Cifre, si immagina, in aumento nei prossimi giorni.

Grazie all’uso degli smartphone, dei tablet e anche dei ‘normali’ personal computer si può dire che una larga fetta degli spettatori del festival, nativi digitali e non, adoperi questi mezzi di comunicazione per raccontare le proprie impressioni su ciò che sta guardando, su ciò che rappresentano gli attori sul palcoscenico del festival, sulla loro vita, la carriera artistica, il gossip. E si trovano anzitutto a consultare i siti web per capirne di più, ad esempio molti lo hanno fatto quando è apparso il poco conosciuto maestro Ezio Bosso; dopo aver usufruito quindi del web per acquisire le informazioni mancanti, lo hanno utilizzato per diffondere le proprie emozioni, i propri commenti, e così molti spettatori, un tempo ‘passivi’, si sono trasformati in narratori, più o meno competenti, più o meno obiettivi, ma pur sempre narratori della storia di questo festival. Il contributo fornito da una serie di ‘entrate’ del tutto inattese, non istituzionali, serve al programma per trasformarsi da tradizionale prodotto mediatico unidirezionale in prodotto transmediale, aperto cioè al racconto di tutti, disposto a lasciare che ciò che avviene sul palco del teatro sanremese sia solo parte della narrazione, una piccola parte della vicenda che dà luogo ad altre vicende, ad altre storie, ai commenti che una volta restavano nell’ambito domestico ed ora vengono diffusi a tutti tramite la potenza del web.

Non è la prima volta che ciò avviene, beninteso, spesso questa collaborazione al racconto si manifesta nel corso di eventi sportivi, o di altri prodotti trasmessi da reti nazionali che suscitano un vasto interesse di pubblico. Ma questa volta si potrebbero battere tutti i record, anche grazie ad una sapiente scelta del cast del festival, che abbina protagonisti della musica italiana, ad artisti stranieri affermati non solo in campo musicale.

Così i social diventano piattaforma ideale in cui commentare il testo di una canzone, il look di un artista, il fascino di un presentatore, perfino l’arrivo ritardato sulla scena di un direttore d’orchestra particolarmente simpatico. Il racconto di ciò che avviene sul palcoscenico si arricchisce, diventa un romanzo con mille nuovi capitoli, si entra e si esce dalla storia, o dalle storie, dove si vuole, quando si vuole e come si vuole. E ciò che fino a ieri era un prodotto televisivo che sembrava coinvolgere solo un determinato pubblico, suscitando in molti una repulsione anche un po’ snob, oggi diventa, proprio grazie a questa partecipazione transmediale, un evento cui quasi nessuno può rinunciare, pena l’esclusione, per almeno una settimana, da ogni forma di dialogo condiviso. Da oggi la transmedialità diventa una realtà concreta nel panorama della comunicazione italiana.

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