“Col il via libera alla direttiva Ue 61 sarà più facile stendere la fibra ottica”. Antonello Giacomelli, sottosegretario alle telecomunicazioni, commenta così il decreto del Governo che renderà operativa la direttiva europea del 2014 in materia di scavi e accesso alla rete. Il testo, discusso in Cdm mercoledì, è stato approvato ma prima dell’emanazione definitiva ci sarà da convincere il Ministero dei Trasporti che ha sollevato alcuni dubbi sul provvedimento.
Secondo Giacomelli, le nuove regole consentiranno di “semplificare notevolmente le procedure per la realizzazione delle opere e di abbattere gli oneri di posa: non è giusto che vengano penalizzate con tassazioni improprie investimenti che rappresentano un valore per il territorio e non un onere”. L’implementazione di questo decreto, aggiunge il sottosegretario, “consentirà anche di accelerare gli investimenti nelle reti di nuova generazione aiutando a colmare il ritardo italiano in questo settore”.
Giacomelli ha infatti ricordato come il “decreto fibra” sia un pendant naturale del piano banda ultralarga, che ha avuto una spinta in avanti fondamentale con l’accordo raggiunto dalla Conferenza Stato-Regioni. Una tappa importante perché “consente di mettere in campo una strategia nazionale per la banda ultralarga come previsto dalla strategia Europa 2020 e non semplicemente interventi che avrebbero invece rappresentato una somma incoerente di vari PON”.
Giacomelli ha sottolineato “l’importanza strategica” del provvedimento e l’impatto positivo che esso potrà avere sul piano banda ultralarga, intervenendo all’evento “L’edificio in rete: una grande occasione di sviluppo”, tappa romana dello Smart Building Roadshow organizzato da All Digital – Smart Building. Un’occasione per discutere di cablatura verticale degli edifici, tassello chiave per portare ad effettivo compimento il piano di digitalizzazione dell’Italia portando la fibra ottica sin dentro i singoli appartamenti..
All’incontro è intervenuto anche il commissario Agcom Antonio Preto che ha ricordato i nuovi compiti di vigilanza e regolazione del mercato che il recepimento della direttiva 61 comporterà anche per l’Autorità per le Comunicazioni. “Siamo pronti a svolgere questi compiti – ha spiegato – per consentire al Paese di recuperare rapidamente il divario digitale delle infrastrutture che lo penalizza rispetto ai Paesi più avanzati d’Europa”. Tra i compiti assegnati è quello di dirimere eventuali controversie sugli scavi per la posa della fibra fra operatori o fra operatori e utenti: “Una scelta saggia”, ha sottolineato Preto spiegando che in caso di contenzioso “l’Agcom darà una risposta in due mesi: sarà una giustizia just in time che scoraggera’ inutili ostruzionismi”.
Preto ha anche sottolineato, riprendendo un tema già affrontato nel suo libro “In principio è la Rete”, che l’implementazione negli edifici e negli appartamenti delle nuove reti, delle tecnologie digitali e dei servizi di domotica richiederà l’emergere di nuove figure professionali, ad esempio quelli che ha battezzato “smart installer”, cioè professionisti della cablatura digitale chiamati ad supportare la realizzazione delle “smart home” del futuro prossimo.
Preto ha infine affrontato il tema generale della diffusione della banda ultralarga in Italia, soffermandosi sul fatto che tra Telecom Italia ed Enel “ci sono dei problemi tecnici da risolvere ma i soggetti hanno le competenze per farlo” e che se ci sono operatori come loro che si fanno concorrenza “è un bene per il Paese, anche per i risultati migliori” che si possono ottenere.
Al convegno è intervenuto anche Alessandro Luciano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni, che ha evidenziato il ruolo della Fub nel supporto alla cittadinanza nella trasformazione digitale e le varie iniziative messe in campo dalla Fondazione come, ad esempio, l’aiuto nella eliminazione delle interferenze che i segnali Lte a 800 Mhz possono avere con gli impianti di ricezione della Tv digitale terrestre.