Con lo sbarco di Paramount Channel, a fine febbraio, al canale 27 del digitale terrestre l’offerta di contenuti televisivi in chiaro si arricchirà in Italia di un tassello importante, un altro passo perché la programmazione “free to air” possa fare concorrenza alle Tv a pagamento. Pay che a loro volta sono sempre più schiacciate tra la frenata degli abbonamenti dovuta alla crisi economica e la concorrenza selvaggia tra loro, con offerte sempre più allettanti e meno costose per contendersi i clienti paganti. Una situazione che si è accentuata da quando Mediaset Premium, aggiudicandosi i diritti per la trasmissione della Champions league dal 2015 al 2018, ha di fatto sfidato Sky proprio su uno dei suoi terreni più importanti, lo sport.
In questo quadro, ricostruisce Affari&Finanza di Repubblica, il futuro della televisione è destinato sempre più a passare dalle trasmissioni in chiaro, mentre il versante Pay subirà, come sta già succedendo nel resto d’Europa, un rallentamento pur senza sparire.
In questa prospettiva i “giganti” del settore si stano attrezzando per mettere un piede anche sul digitale terrestre, come nel già citato caso del canale gratuito di Paramount, controllato da Viacom, o di Sky, che da Viacom ha rilevato il canale numero 8 per dare vita a una rete generalista, o ancora di Discovery, che ha preso il 9 per trasformare Deejay Tv in un’emittente neogeneralista, da aggiungere agli attuali Real Time e DMax, che ne fanno il terzo editore italiano con uno share medio del 6,4%..
L’obiettivo di queste mosse sarebbe essenzialmente quello, per i colossi pay, di aumentare gli introiti della raccolta pubblicitaria, offrendo agli inserzionisti non soltanto il pubblico profilato della pay, ma anche quello dei canali in chiaro sul digitale terrestre, e rafforzando quindi il proprio peso sull’intero mercato televisivo. Con lo scopo aggiuntivo di provare ad attirare sulla pay tv, tramite l’offerta in chiaro, nuovi clienti disposti a pagare per un’offerta più completa.
Concorrono alla scelta di rinforzarsi nel free to air anche la necessità di veicolare in chiaro alcune produzioni che possono garantire la crescita del fatturato pubblicitario, pur senza rinunciare all’esclusività “pay” delle serie Tv o degli eventi sportivi più “pregiati”, e di gestire con più semplicità i diritti televisivi degli eventi che prevedono una quota di trasmissione in chiaro, come accade ad esempio per la Moto Gp o le Olimpiadi.