Nessuna modifica al decreto fibra ottica: il testo approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale così com’è. Il via libera del Cdm alle norme di attuazione della direttiva europea 61/2014, che prevedono un insieme di disposizioni volte ad accelerare i tempi di realizzazione della posa della fibra ottica e favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie, si era tinto di giallo dopo la previsione di una clausola “salvo intese”, che aveva previsto una consultazione tra i dicasteri.
Una mossa che in sostanza aveva concesso tempo al Ministero dei Trasporti, che aveva sollevato le maggiori obiezioni al decreto, e che aveva rischiato di provocare il rinvio dell’emanazione di un provvedimento atteso dal settore da tempo e vitale per l’accelerazione dei lavori per la posa della fibra ottica. L’inserimento di questa clausola aveva provocato la dura reazione di Assotelecomunicazioni, che per voce della presidente Dina Ravera aveva espresso “preoccupazione e sconcerto per la schizofrenia che sembra dominare la politica in materia di banda ultralarga” sottolineando la voce secondo la quale “un’Amministrazione dello stesso Governo” avesse “posto il veto”. Un riferimento senza nomi, ma diretto all’Anas che aveva prontamente replicato sottolineando che non erano state “tenute in conto le nostre richieste di un coordinamento per evitare il lievitare dei costi e problemi alla sicurezza che scavi e tagli dell’asfalto possono creare”.
Ma al di là del botta e risposta, il Governo ha ora deciso di non mettere mano al decreto e di non apportare ulteriori modifiche, soprattutto sui due punti al centro della discordia, legati alla tassazione sugli operatori e ai poteri riconosciuti all’Ente nazionale italiano di unificazione. La nuova normativa costituirà dunque un riferimento legislativo importante per la posa della fibra e resterà in vigore così come è stato approvato almeno fino al futuro “decreto scavi”, che potrebbe infatti re-intervenire sulla materia modificando le norme approvate dal Cdm. Ovviamente soddisfatta dalla decisione Asstel, con la presidente Ravera che ha espresso grande apprezzamento rispetto al fatto che sia “prevalsa la visione che individua nel digitale lo strumento strategico per la crescita dell’economia e la trasformazione competitiva del Paese”.
La numero uno dell’associazione che riunisce gli operatori di tlc si è detta convinta che ora “il settore delle Telecomunicazioni può contare su una normativa che, recependo le esigenze di semplificazione avanzate da anni da Asstel, interviene concretamente per favorire nel nostro Paese lo sviluppo della rete fissa a banda ultralarga” e che le nuove norme “avranno un forte impatto di accelerazione dei piani di investimento già in atto da parte degli operatori che, grazie alle semplificazioni introdotte e alla riduzione dei costi edili di messa in opera, potranno dirottare maggiori risorse direttamente sullo sviluppo delle strutture tecnologiche”.