Ricavi e margini in calo per Telecom Italia nel 2015. Il margine operativo lordo consolidato è stato di 7 miliardi di euro, in flessione del 20,3% in assoluto e del 17,9% in termini organici rispetto al 2014, dicono i risultati preliminari del gruppo telefonico che rimarca come al netto delle componenti non ricorrenti l’Ebitda sarebbe di 8,1 miliardi, in calo del 4,5%. I ricavi sono invece scesi dell’8,6% a 19,7 miliardi di euro. “In termini di variazione organica, calcolata escludendo l’effetto della variazione dei tassi di cambio e del perimetro di consolidamento, il calo dei ricavi consolidati risulta dimezzato con un calo del 4,6%”, nota l’azienda.
L’incidenza sui ricavi dell’Ebitda è stata nel 2015 del 35,5%, in diminuzione rispetto al 40,7% dell’esercizio 2014. Sono d’altro lato aumentati di 213 milioni gli investimenti industriali, attestandosi a 5,2 miliardi. E il flusso di cassa della gestione operativa di gruppo è positivo per 1,9 miliardi. L’indebitamento finanziario netto rettificato è però in aumento di 0,6 miliardi a 27,3 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2014 (25,8 miliardi).
L’anno dovrebbe chiudersi, secondo le stime, con un utile consolidato attribuibile ai soci della controllante di circa 150 milioni di euro, in flessione dai 1.350 milioni di euro del 2014.
Telecom Italia è in calo a Piazza Affari: nel primo pomeriggio il titolo è stato sospeso dagli scambi con un -4,6% teorico, per essere riammesso poco dopo, e chiudere la seduta con un -6,45% a 0,82 euro Il mercato teme che i 12 miliardi di nuovi investimenti, previsti nel piano 2016-2018, impattino negativamente sui conti. A detta degli analisti i risultati sono stati misti, mentre gli investimenti previsti nel piano sono stati superiori alle attese, elemento che riporta l’attenzione sull’indebitamento.
Gli esperti mettono il dito su un ebitda più debole del previsto, un capex futuro più alto del consenso e un debito difficile da abbassare.
Societé Generale nella sua nota odierna (rating hold, target price a 1,1 euro) si chiede, dopo aver notato un notevole balzo degli investimenti (capex) in Italia, 12 miliardi di euro previsti dal nuovo piano triennale 2016-2018, se il governo adesso si acquieterà. Con un pizzico di ironia gli analisti ricordano che negli ultimi mesi il governo Renzi ha messo sotto pressione il board di Telecom Italia in maniera diretta (anche attraverso le controllate statali F2i/Metroweb) o indiretta (Enel) per fornire un supporto importante al progetto della banda ultralarga in Italia.
Nonostante l’aumento significativo del capex, gli esperti ritengono che il management di Telecom Italia stia portando il gruppo italiano di tlc a scendere sotto un rapporto debito/ebitda di 3 volte entro il 2018 contro le 2,83 previste oggi dal consenso. E anche l’obiettivo di stabilizzare l’ebitda domestico nel 2016 per farlo crescere nel 2017 e nel 2018 è in linea con la guidance. Sul fronte del rischio, gli analisti citano l’incapacità fino ad ora di completare la cessione della quota in Telecom Argentina.
Banca Akros conferma oggi il rating accumulate su Telecom Italia ma abbassa il target price da 1,3 a 1,15 euro. Gli analisti giudicano i risultati misti, con indicatori commerciali positivi ma un ebitda adjusted debole. Il capex più elevato non è ritenuto una sorpresa considerate le affermazioni recenti e potrebbe essere ammorbidito alla fine da alcune alleanze, come quella con Metroweb. L’impatto sulle stime di Banca Akros è comunque negativo perché l’ebitda è risultato inferiore alle stime, il ritorno sui nuovi investimenti è incerto e manca un’indicazione chiara di calo dell’indebitamento.
Equita (rating buy, target price a 1,26 euro) scrive oggi che i risultati preliminari di Telecom Italia sui conti 2015 sono abbastanza in linea con le attese tranne per le maggiori voci straordinarie. Infatti l’ebitda è stato penalizzato da circa 0,6 miliardi di oneri straordinari, 0,12 miliardi oltre le attese. Inoltre l’ebitda domestico, al netto di queste voci, è sceso del 4,4% a 1,62 miliardi contro gli attesi 1,67 miliardi.
Mediobanca Securities (rating outperform, target price a 1,51 euro) pone l’accento sulle carte in mano ai manager (torri di trasmissione, Brasile, azioni di risparmio) per ridurre i problemi legati al debito, che viaggia con un leverage di 3 volte, contro i concorrenti europei a quota 2.
Oltre al preconsuntivo 2015 il cda di Telecom Italia ha approvato il piano 2016-2018 che mette sul piatto 12 miliardi di investimenti per l’Italia. Di questi 6,7 miliardi saranno dedicati alla componente innovativa (Ngn, Lte, Cloud e piattaforme, Sparkle e Trasformazione).