FINANZIAMENTI

Confindustria radio-tv: iniquo il prelievo dalle Tv locali a favore editoria

Appello al Parlamento perché sia riconsiderata la “misura iniqua”, di “dubbia costituzionalità e del tutto non sostenibile per le imprese televisive”

Pubblicato il 16 Feb 2016

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“Risulta incomprensibile e quindi non condivisibile il contributo di solidarietà nel settore dell’informazione, pari allo 0,1% del reddito complessivo delle concessionarie pubblicitarie sui mezzi di comunicazione radiotelevisivi, approvato ieri in Commissione Cultura della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della legge per l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”. L’accusa viene da Confindustria Radio Televisioni (CRTV) che ribadisce “tutta la propria contrarietà all’imposizione di un prelievo forzoso, di dubbia costituzionalità, del tutto ingiustificato e non sostenibile per le imprese televisive, già pesantemente segnate dalla contrazione del mercato pubblicitario”.

Il settore delle Tv locali basa la sua sopravvivenza soprattutto, e nella maggioranza dei casi esclusivamente, sul mercato pubblicitario, la cui contrazione di risorse disponibili sta mettendo in difficoltà tutto il sistema. Un sistema “che già investe somme ingenti – dice CRTV – per assicurare ai cittadini informazione di qualità occupando decine di migliaia di addetti”.

Tale posizione era stata peraltro già illustrata da CRTV nel corso dell’audizione sul tema presso la Commissione Cultura del 14 gennaio scorso.

Secondo CRTV (facendo peraltro un generale riferimento al Testo Unico delle Imposte sui Redditi) non consente di individuare in modo univoco l’ambito di applicazione del contributo di solidarietà. Resta infatti da capire se tale contributo riguardi anche le grandi multinazionali di Internet che operano in Italia per la raccolta della pubblicità “on-line” e che rappresentano una quota significativa crescente del mercato. Se così non fosse si determinerebbe una pesante asimmetria concorrenziale tra imprese operanti nello stesso settore dell’audiovisivo.

CRTV fa pertanto appello al Parlamento perché voglia riconsiderare questa misura che appare iniqua, considerando che non è stata neppure prevista per le TV locali e le radio la possibilità di accedere ai benefici fiscali in tema di investimenti pubblicitari.

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