È Telecom il “grosso gestore telefonico”, citato ieri (senza
farne il nome) nella Relazione annuale del Garante Privacy
Francesco Pizzetti, che nel primo semestre 2010 ha pagato sanzioni
per oltre un milione di euro relativamente a un traffico di schede
telefoniche prepagate multiutenza: più di un terzo delle intere
sanzioni riscosse per illeciti legati a violazione della privacy.
Il traffico è stato scoperto tre anni fa dalla Guardia di Finanza
di Vicenza che ha denunciato 30 persone, tra dirigenti Telecom
Italia, titolari punti vendita di Telecom e phone center.
L'illecito è venuto a galla nell'ambito di
un'operazione antidroga, i cui indagati utilizzavano schede
telefoniche intestate a persone fittizie. I finanzieri,
insospettiti dalla circostanza, hanno svolto accertamenti scoprendo
che l'utilizzo di altre schede, con lo stesso sistema, era
stato fatto in altre attività illecite sulle quali stavano
indagando varie procure italiane.
Concentrando l'attenzione sui canali di approvvigionamento
delle schede telefoniche è stato verificato che vi erano
intestazioni plurime di schede, affibbiate a ignare persone, con un
giro consistente di vendite “parallele” garantite dai punti
vendita Telecom. A un'unica persona – ad esempio – erano
intestate migliaia di schede telefoniche.
Un trucco che consentiva a punti vendita di avere abbuoni e premi
dalla Telecom, e permetteva loro e ai phone center, di poter
vendere schede anonime, a prezzo maggiorato, spesso a
pregiudicati.
Per i finanzieri, presumibilmente – ma su questa ipotesi sta
indagando la Procura di Milano – anche la stessa Telecom Italia
avrebbe potuto ottenere vantaggi, avendo attivato, un numero
abnorme di utenze, con possibili riflessi sul valore delle azioni
della società.
Gli indagati sono accusati di falso e frode informatica e, di
concerto con il Garante della Privacy, i finanzieri hanno
contestato, anche al Telecom violazioni amministrative al codice
della Privacy, per aver omesso i controlli previsti e necessari sul
trattamento dei dati personali. “La Telecom – rileva la guardia
di finanza – riconoscendo fondate le contestazioni, ha già
provveduto a pagare la sanzione amministrativa ridotta pari a
1.140.000 euro”.
Telecom Italia, in merito alla notizia precisa che il riferimento
è a un procedimento avviato nel 2007 dalla Procura della
Repubblica di Vicenza, già segnalato nelle relazioni sulla
gestione a corredo dei bilanci per gli anni 2008 e 2009.
La società, sin dall’inizio del 2008, così come riconosciuto
dagli stessi inquirenti nel verbale di contestazione della sanzione
amministrativa, ha operato “un drastico cambio di rotta, voluto
dall’attuale amministratore delegato della società, (insediatosi
nel dicembre del 2007)” il quale ha “comportato un deciso
ridimensionamento del fenomeno", si legge nella nota.
Peraltro, gli inquirenti hanno dato atto della piena collaborazione
alle indagini fornita dalla società, “espressiva della volontà
di fare chiarezza sul fenomeno”.