Anche per le reti elettriche italiane è arrivato il momento della digitalizzazione. E sono lo sviluppo della generazione distribuita, l’evoluzione della tecnologia dei microsistemi di accumulo e la prevista crescita del mercato dell’auto elettrica le tre “variabili” trainanti dell’evoluzione in chiave smart grid 2.0. Questo, in sintesi, lo scenario messo nero su bianco da Accenture e svelato in occasione della presentazione dell’Osservatorio di Agici 2016.
“Lo sviluppo delle reti intelligenti rappresenta un’opportunità unica per il paese di dotarsi di un’infrastruttura strategica”, spiega Pierfederico Pelotti, Responsabile Utilities di Accenture. Opprtunità che va ben oltre il solo settore elettrico. “Rispetto alla fase di diffusione dei contatori elettronici di qualche anno fa, infatti, le smart grid possono oggi rappresentare una vera infrastruttura generale di paese, ipotizzando di concepirne lo sviluppo in modo coordinato con gli investimenti previsti in altri settori. Il pensiero non può non andare al tema della rete broadband, e al coinvolgimento degli operatori di rete elettrica nelle attività di cablatura del segnale digitale su fibra ottica. Al di là dei progetti di realizzazione delle reti elettriche di nuova generazione, una eccezionale opportunità potrà venire dallo sviluppo di servizi a valore aggiunto veicolabili sulle reti esistenti”.
Secondo Accenture di qui al 2020 si assisterà a un raddoppio degli impianti cogenerativi di potenza inferiore ai 25MW, ad una crescita tra il 2,5% e il 5,5% degli altri impianti a fonti rinnovabili, con un raddoppio dei prosumer (consumatori che sono al tempo stesso produttori di energia) dagli attuali 600.000, nonché ad un incremento significativo della diffusione delle auto elettriche che sarà sette volte il parco attuale, stima la società. “Questo scenario in trasformazione – spiega Accenture – avrà un impatto rilevante sulle reti di distribuzione, maggiormente interessate dallo sviluppo della generazione distribuita e del mercato dell’auto elettrica, determinando l’evoluzione dell’attuale catena del valore. Si tratta di un’opportunità che il settore delle utilities è chiamato a cogliere innovando l’attuale filiera”.
In dettaglio la Smart Grid 2.0 sarà caratterizzata dalla diffusione sulla rete elettrica (sia di trasmissione, sia di distribuzione) di sistemi intelligenti e connessi su modello Internet of Things: “Il mondo della distribuzione elettrica sarà gestito con sistemi di monitoraggio e controllo aderenti a standard e protocolli aperti, basati su sistemi di data management e su soluzioni di advanced analytics, capaci di valorizzare l’ampio patrimonio informativo generato dai sistemi diffusi sulla rete, ma anche protetti da modelli e sistemi di cyber security specifici per le smart grid”.
Ma la sfida non sarà semplice: le utilities dovranno essere in grado di coniugare questo upgrade tecnologico con nuovi meccanismi di mercato andando a modificare strategie, processi e capitale umano, evidenzia Accenture. “La nascita di nuovi processi e responsabilità metterà in campo infatti nuove figure professionali con un set di competenze fondamentali da sviluppare sia nell’ambito delle funzioni di business, sia nei ruoli chiave dell’Information Technology per supportare la trasformazione digitale”.
Determinante il ruolo del regolatore: “Rivestirà una importanza cruciale per supportare la spinta innovativa in questo ambito e i meccanismi di remunerazione degli investimenti, previsti dall’assetto regolatorio e normativo, dovranno stimolare l’interesse degli operatori ad investire nello sviluppo delle nuove tecnologie “capital intensive”, valorizzando anche le fasi di ricerca e sviluppo se finalizzate alla realizzazione di soluzioni condivise da più operatori”.
Secondo l’Osservatorio di Agici dopo un calo degli utili aggregati per due esercizi consecutivi (2013 e 2014), gli utili delle multiutility sono attesi crescere nuovamente nel 2015 (+350 milioni di euro). Dal biennio 2016-2017 sono previsti ulteriori risultati in rialzo, fino a superare i valori pre-crisi (750 milioni di euro).
“La crisi delle utilities italiane ed europee sembra essere oramai alle spalle. Una nuova consapevolezza dei cambiamenti di mercato da parte dei manager sta facendo sì che queste imprese finalmente sfruttino opportunità di business enormi ma finora sostanzialmente ignorate”, commenta Andrea Gilardoni, Presidente di Agici e fondatore dell’Osservatorio. “Efficienza energetica, digitalizzazione dell’offerta, sviluppo di reti locali e intelligenti, elettrificazione dei paesi in via di sviluppo e stoccaggio dell’energia sono solo alcuni dei servizi in cui le utilities si stanno finalmente lanciando, spesso con successo“.
Che la digitalizzazione rappresenti la chiave di volta è emerso anche nel corso dell’Information Technology Forum. “Ha un significativo impatto per il mondo delle utilities e sta dando vita a nuovi modelli di business – ha evidenziato Pier Lorenzo Dell’Orco, Direttore Commercial Operations e Ict di Sorgenia. “La sfida che ci troviamo ad affrontare sta nella nostra capacità di anticipare questa tendenza, sfruttando appieno le potenzialità delle tecnologie per rispondere al meglio alle mutate esigenze dei clienti”.