L’acquisizione di Sirti da parte di Pillarstone Italy è in dirittura d’arrivo. La notizia dell’avvio di una trattativa esclusiva tra il fondo dell’operatore internazionale di private equity Kkr, al quale partecipano anche Intesa San Paolo e Unicredit, e la società specializzata in reti Tlc era venuta a galla alla fine di dicembre 2015. Ora, secondo quanto riporta MilanoFinanza, l’operazione si avvia verso le sue battute conclusive e i dettagli economici sono pressoché delineati.
Pillarstone intende rilevare l’intero capitale di Sirti, attualmente nelle mani di Intesa San Paolo, che detiene il 26,84%, con il restante 73,16% sparso fra le mani della holding Hiit, BI-Invest, i fondi Clessidra e 21 Investimenti e i fondi di debito Ver Capital e Emisys Capital. Oltre a rilevare tutte le quote della compagnia di telecomunicazioni, il fondo creato da Kkr si accollerà anche 200 milioni del debito che attualmente grava sui conti di Sirti, che però, come rivelato dall’Ad Stefano Lorenzi a MF, ha chiuso il 2015 con ricavi in aumento a 654 milioni, contro i 622 del 2014, e un risultato netto in positivo per 5 milioni dopo 6 anni di perdite.
Una fetta del debito che Pillarstone andrebbe a rilevare sarà trasformata in equity mentre una parte delle risorse messe dal fondo sarà in forma di debito. Ciò nonostante, nelle mani di Sirti finiranno 25 milioni di nuovo equity, i creditori saranno rimborsati, con esclusione delle linee per circolante e la cartolarizzazione revolving, e che i vecchi azionisti usciranno dal capitale della società. Inoltre, aggiunge il quotidiano finanziario, la piattaforma di Kkr ha già pronto altro ulteriore equity per rilanciare lo sviluppo di una compagnia che, come dimostrano i risultati 2015, ha iniziato a rivedere la luce. “Le prospettive ora sono molto buone, perché il mercato si sta riprendendo con i principali attori che stanno impostando importanti investimenti in fibra – spiega Lorenzi – Con il supporto del nuovo investitore potremo fare grandi cose anche sul fronte estero”. Parole che suonano come un’ammissione del fatto che il deal Pillarstone-Sirti è davvero a un passo dalla conclusione.