REPORT FUJITSU

Digital transformation, per il retail la strada ancora è lunga

Report Fujitsu: la svolta digitale individuata come cruciale ma non ancora inserita fra le priorità strategiche. I retailer considerano “azzardi” quattro progetti di digitalizzazione su cinque e non hanno chiaro a chi spetti il rolo del driver. Clark: “Ma lo sviluppo del punto vendita connesso diventerà fondamentale per la differenziazione del settore”

Pubblicato il 25 Feb 2016

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Il 2016 sarà l’anno della digital transformation, prevede Idc. Ed entro il 2018 l’80% delle società business-to-consumer europee avrà creato esperienze universali coinvolgenti per clienti, partner e dipendenti”. Anche il retail dovrà adeguarsi: ma il cammino è ancora lungo. Almeno, stando alla ricerca Fujitsu fra i business leader europei, la maggior parte dei retailer non possiede una chiara strategia in merito. Anzi, il retail sembra il settore più propenso (83%) a ritenere che i propri investimenti a favore della digitalizzazione costituiscano un azzardo. Tre quarti dei retailer ammette di non essere ai primi posti in questo “gioco”; la velocità di risposta è pertanto essenziale e Fujitsu può aiutare i clienti a connettere trasparentemente nuove esperienze front-end digitali ai sistemi e alle infrastrutture di back-end.a si prospetta un anno di trasformazionile.

“Con il mondo online e quello fisico sempre più convergenti, lo sviluppo del ‘punto vendita connesso’ diventerà un elemento fondamentale per la differenziazione dei retailer”, ha dichiarato Richard Clarke, Global Retail Director for Strategy & Business Development di Fujitsu. “I retailer si trovano sotto una costante e forte pressione per realizzare il passaggio veloce al digitale dei loro punti vendita. La ricerca condotta da Fujitsu ha rilevato come quattro retailer su cinque desiderino muoversi più velocemente verso l’adozione del digitale. C’è accordo sul fatto che non riuscire a digitalizzarsi in maniera sufficientemente veloce sia penalizzante in termini di ricavi e di fidelizzazione dei clienti”.

In particolare solo un intervistato su tre concorda sul fatto che le priorità digitali siano completamente allineate all’interno della propria azienda. Inoltre i responsabili retail non sono d’accordo su chi debba essere il digital driver responsabile della trasformazione: solo un quarto ritiene che sia il ceo. Ancora, un business leader su tre è convinto che sui progetti digitali si stia già spendendo oltre il limite. Per finire soltanto un interpellato su quattro è estremamente fiducioso che le scelte fatte siano quelle giuste.

“I clienti esigono di ottenere all’interno del punto vendita lo stesso servizio personalizzato di cui fruiscono online – spiega Clarke -, sia che avvenga attraverso il proprio smartphone piuttosto che da un dispositivo presente in negozio. Tuttavia, la mancanza di una chiara assegnazione della responsabilità digitale attraverso tutti i vari canali e i conflitti tra le diverse priorità rappresentano un ostacolo per il successo. La strategia Fujitsu Connected Retail è imperniata sul supporto dei clienti retail nel loro percorso verso la digital transformation omnicanale in modo da raggiungere un punto di equilibrio, sia per avere successo nel mondo digitale che per poter trasformare le aziende senza stravolgimenti”.

Fujitsu definisce la digital transformation come “il metodo che permette di colmare il gap digitale attraverso l’integrazione trasparente di nuove esperienze a livello di front-end con i processi e le informazioni residenti al livello operativo di base”. Questo processo è fondamentale per il futuro del business, eppure molte aziende – retailer compresi – non sembrano capire i rischi insiti in un tentativo di implementazione malamente pianificato, spiega l’azienda: “Raggiungere il giusto equilibrio è qualcosa di diverso da azienda ad azienda, non è un processo lineare o questione di fare una cosa piuttosto che un’altra”. Di più: per poter essere veramente digitali, le aziende devono esserlo in modo end-to-end creando nuove esperienze front-end digitali per poi connetterle ai sistemi e alle infrastrutture di back-end che le rendono possibili.

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