Fusione con Oi, Tim Brasil fa saltare il banco

Comunicata a LetterOne l’intenzione di non proseguire le trattative. La società di investimento guidata dal magnate russo Mikhail Fridman si era fatta avanti per guidare l’operazione di consolidamento lo scorso ottobre. Per Telecom Italia la proposta è “irricevibile”

Pubblicato il 25 Feb 2016

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Tim Brasil ha comunicato a LetterOne l’intenzione di non proseguire nelle trattative per una fusione tra la controllata brasiliana e Oi nel Paese sudamericano. Lo comunica una nota di LetterOne.

L’obiettivo della società di investimento guidata dal magnate russo Mikhail Fridman era quello di creare un nuovo soggetto fondendo Oi e Tim Brasil e favorendo dunque il consolidamento nel mercato. “Ci sono state – si legge nel comunicato di LetterOne – trattative con molti stakeholder in Brasile, e anche con Tim, e per questo L1 Technology ringrazia tutti per l’interesse dimostrato”. L1 Technology, prosegue la nota, è stato informato da Tim sul fatto che la società “non vuole procedere in ulteriori discussioni al fine di arrivare a una fusione tra Oi e Tim in Brasile”.

Per Telecom Italia, secondo fonti vicine al dossier, la proposta di LetterOne (L1) è “irricevibile” in quanto “avrebbe comportato che Telecom perdesse il controllo della nuova entità, diluendosi a circa il 30-35%” della nuova realtà che sarebbe nata dall’integrazione di Oi e Tim Brasil, la controllata carioca della compagnia telefonica italiana. Secondo la proposta della società di investimento del magnate russo Mikhail Fridman, L1 avrebbe avuto invece una quota della nuova realtà pari a circa il 43-45%.

Oi ha informato i propri azionisti della decisione di Tim Brasil. “Alla luce di questa notizia, Oi valuterà gli impatti di questo annuncio in merito alle possibilità di consolidamento nel mercato brasiliano – ha spiegato la società – Oi continuerà nei suoi sforzi di miglioramento operativo e di trasformazione del proprio business, focalizzandosi sul rigore finanziario, sull’ottimizzazione dell’infrastruttura e sulla revisione dei processi e azioni commerciali”.

Già in passato era trapelato che il gruppo Telecom Italia sarebbe entrato nel vivo della trattativa con LetterOne solo a patto di detenere il 51% della nuova società che sarebbe nata dall’operazione. Fridman, azionista di riferimento di Vimpelcom, si era fatto avanti nel mercato brasiliano a ottobre scorso.

La sua proposta, recapitata sul tavolo dell’advisor di Oi, Btg Pactual, si basava sull’immissione nella compagnia nazionale di quattro miliardi di dollari tramite un aumento di capitale. Una volta riequilibrati i conti, si sarebbe potuto procedere con l’aggregazione con Tim Brasil. LetterOne è una società d’investimento lussemburghese fondata e presieduta dallo stesso Fridman.

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