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Startup senza notaio, prove di semplificazione

Le neo imprese risparmieranno mediamente circa 1000 euro. Solo questa la posta in gioco? No, quella vera è la semplificazione, sostenuta dal digitale

Pubblicato il 04 Mar 2016

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Tra le incompiute del governo sul fronte della nuova imprenditorialità era quella a maggiore carica simbolica: la costituzione delle srl con firma digitale. Locuzione tecnica che suona più popolare se si traduce nello slogan “Basta notai!”.

Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi a metà febbraio ha firmato il decreto di attuazione di una norma prevista dall’Investment Compact che permette di mettersi in società per creare una startup innovativa senza l’intervento di alcun intermediario e senza spendere. Si potrà fare tutto online, compilando un modello standardizzato che, ci auguriamo, sia stato decretato quando leggerete queste righe. Se è stato necessario un anno per una firma è perché si è accesa una vera e propria battaglia fra startupper e loro fan da una parte e notai e sostenitori della legalità tutelata dall’altra.

Le neo imprese risparmieranno mediamente circa 1000 euro (l’onorario dei notai varia secondo le Regioni). Solo questa la posta in gioco? Troppo piccola. “Un cambiamento copernicano, che potrà essere esteso a tutto il sistema” ha detto in diverse occasioni il direttore generale del Mise Stefano Firpo. Ecco la vera posta in gioco: la vera semplificazione, sostenuta dal digitale. La battaglia quindi continua.

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