Ormai siamo abituati a vedere i maghi dei fornelli alle prese con auto, banche e brand della moda, ma il sodalizio tra uno chef e la divisione B2B di una telco – almeno in Italia – ancora non si era visto. Davide Oldani, però, è diventato testimonial di Tim non tanto in veste di cuoco superstar, quanto di imprenditore (anzi “artigiano”, come ama definirsi lui) che per sviluppare la propria attività ormai non può fare a meno del cloud.
È infatti per spiegare l’offerta di Impresa Semplice e Nuvola Store che TIM ha attivato una nuova campagna di comunicazione multimediale (on air da domenica in TV e sugli schermi pubblici e cinematografici, ma già oggi disponibile su Youtube), all’interno della quale Oldani sarà protagonista di una serie di spot e clip con mini-interviste, che raccontano il modo in cui il cloud aiuta la gestione e la crescita di una piccola impresa. Nella fattispecie, il ristorante D’O di Cornaredo (MI), che a maggio aprirà al pubblico in una nuova veste.
“Cambio locale perché ho bisogno di ulteriori spazi da dedicare al mio artigianato”, ha detto Oldani stamattina a Milano in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto. “E se prima ero costretto a occupare anche parte di casa mia per il backup dei documenti relativi al business, oggi ho scoperto che grazie al Cloud è possibile sfruttare soluzioni intelligenti per la gestione documentale che non ingombrano nemmeno l’ufficio”.
Lo chef milanese ha continuato ricordando il modo in cui la tecnologia ha da sempre accompagnato la sua attività. “Da artigiano direi che mediamente il 10% della mia giornata è dedicato alla tecnologia: dal forno trivalente ai macchinari per gli impasti, però, sul piano della cucina credo che più di tanto le soluzioni non possano evolvere. Se invece penso ai software gestionali, il discorso cambia. Tredici anni fa, quando ho aperto il ristorante, avevo creato da me il programma che mi serviva: un semplice foglio Excel che mi permetteva di monitorare l’andamento dell’azienda. Le cose poi sono cambiate, e oggi mi rendo conto che crescere sarebbe stato impossibile se non avessi potuto contare sul digitale”.
Come blogger, Oldani scrive di cibo e benessere su IoDonna e SportWeek, ma non sul proprio sito Internet, “che è partito solo un anno e mezzo fa, rivelandosi una scelta corretta. Se l’avessi avviato subito, con i costi di allora, avrei lasciato metà del fatturato sull’on line. La tecnologia è un bene da usare con cautela e intelligenza”.
La filosofia di Oldani è stata sposata in toto da TIM, che ha avviato la partnership con lo chef dopo un incontro al World Business Forum di novembre. Enrico Trovati, responsabile Marketing Business del Gruppo, ha spiegato che se il portafoglio di offerte Impresa Semplice è ben riconosciuto dal mercato su telefonia e connettività broadband, i servizi tecnologici basati sul Cloud incontrano ancora una certa difficoltà di comunicazione.
“In un certo senso sono più facili da usare che da raccontare, e spesso la sfida più complessa non è tanto realizzarli o venderli, ma promuoverli. L’esperienza dell’imprenditore Davide Oldani è la chiave di lettura di ciò che intendiamo comunicare: le nostre tecnologie sono a supporto di tutte le aziende, famose o meno, e possono portare valore aggiunto a qualsiasi tipo di organizzazione”.
Parlando con CorCom, Trovati ha detto che ci sono già diverse applicazioni specifiche che vanno incontro alle esigenze della piccolissima impresa, dei ristoratori e degli artigiani. “Dal CRM al couponing, passando per gestionali verticali, su Nuvola Store mettiamo a disposizione di questo genere di clienti una trentina di soluzioni. La collaborazione con Oldani e con altre imprese attive in settori con caratteristiche peculiari può affinare la nostra capacità di scouting rispetto alle proposte dei developer. Anche se sotto il profilo delle business app, l’obiettivo di TIM è creare, a tendere, un ambiente di sviluppo e distribuzione che abbia la stessa logica dell’App Store”.
Per il momento Oldani si limita alla gestione documentale, ma non è detto che in futuro possa aprirsi ad altri tipi di applicazioni da dedicare ai suoi ospiti. Un indizio è costituito dalla piccola anticipazione che lo chef si è lasciato sfuggire rispetto al nuovo ristorante: vicino a ogni seduta ci sarà un supporto fatto apposta per appoggiare lo smartphone. “Non mi piace vedere i telefoni a tavola, e penso che quando si mangia debba regnare la convivialità vis-à-vis”.
Tuttavia per Oldani lo smartphone può sempre servire. In caso di necessità, ma anche per scoprire cosa c’è nel piatto e nel calice. “Apprezzo le applicazioni di realtà aumentata e in generale tutto ciò che del digitale fa cultura. Oggi è possibile conoscere l’intera storia di una bottiglia di vino semplicemente scansionando l’etichetta col telefono. E credo sia un bene. Fino a pochi anni fa in Italia c’erano 55 milioni di CT della Nazionale di calcio, oggi ci sono 55 milioni di gourmet. Ma è giusto così, visto che a tavola ci sediamo tutti. Avendo a disposizione le informazioni corrette, ciascuno può dire la sua a ragion veduta”.