"La digitalizzazione del Paese, e le maggiori opportunità che
ne derivano, si ottiene attraverso il riconoscimento delle
infrastrutture di comunicazione elettronica come servizio
universale da garantire a tutti i cittadini. Questa è la direzione
verso la quale ci siamo già mossi come Pd, presentando in
Parlamento una pdl in attesa di calendarizzazione, con la quale
chiediamo che l'accesso alla rete a banda larga sia
riconosciuto come un servizio universale, ovvero disponibile per i
cittadini in tutto il territorio nazionale a prezzi
ragionevoli".
Lo afferma il capogruppo del Pd in commissione Trasporti e
Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, commentando la
relazione del Presidente Calabrò e le parole del Presidente Fini
secondo il quale "l'accesso ad internet deve configurarsi
come la nuova frontiera del servizio universale del terzo
millennio".
"Mentre l'amministrazione Obama – ricorda Meta- lavora ad
un piano nazionale per la banda larga, da portare a termine entro
il 2020 con investimenti pubblici di circa 25 miliardi di dollari,
nel nostro Paese si discute ancora, a mesi di distanza dal blocco
degli 800 milioni di euro per la banda larga, di una 'cabina di
regia' che stenta a decollare ed è frutto dei ritardi
inaccettabili da parte di un Ministero part-time perché
paralizzato dall'interim del Premier. Si tratta di
un'incredibile perdita di tempo se consideriamo – conclude
l'esponente del Pd – che recenti studi dell'Ocse ci dicono
come il Pil può aumentare di 1,5 punti (20-25 miliardi di euro),
solo grazie agli investimenti in banda larga".