L’associazione dei piccoli azionisti Asati chiede le dimissioni dei consiglieri del board di Telecom Italia e chiede che lo facciano nel corso del prossimo cda, giovedì. “I nuovi amministratori sono persone di esperienza, capaci e che hanno dato prova di attenzione a ciò che conta davvero. Il loro operato è, però, fortemente attutito da una compagine consiliare non rappresentativa dei nuovi assetti azionari. In altre parole, voi consiglieri non rappresentate che voi stessi”, afferma l’Asati.
In una lettera che l’associazione rivolge ai consiglieri, ai vertici della compagnia, al comitato dei gestori e alla Consob, si fa riferimento alla scalata di Vivendi: “l’arrivo del nuovo socio di riferimento, ormai alla soglia dell’opa, è l’unica buona notizia che si profila all’orizzonte di una sempre, da oltre 15 anni, più martoriata Telecom Italia”. Tuttavia, “la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, dei vostri in particolar modo.
All’immobilismo dettato da una apparente delegittimazione di questo management si aggiunge un contesto di avversione alla nostra società senza precedenti da parte anche di organismi istituzionali”.
Secondo Asati, i consiglieri hanno “il dovere di agire senza ulteriore ritardo. Il rincorrersi – spiega – di notizie di sfiducia dei vertici della società ed il silenzio assordante dei nuovi soci, da cui ci saremo aspettati una smentita che non è mai arrivata, impongono a voi di assumere la decisione che i mercati, i piccoli azionisti, i dipendenti, che vivono in un clima di destabilizzazione e incertezza nella conduzione dell’azienda, e il Paese si aspettano”.
”Date modo al nuovo socio – è l’invito di Asati – di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea, proporre di nominare un nuovo consiglio di dimensioni ragionevoli, 9 componenti, che sia quindi più snello, più efficiente e sensibilmente pù’ economico. Il nuovo Cda per caratteristiche, affinità e scelta possa dare a Vivendi lo strumento essenziale ed imprescindibile della continuità nello sviluppo di Telecom Italia”.