Dichiarazioni pubbliche, smentite di rito e incontri lontani dai riflettori. I rumors su una possibile integrazione tra Telecom Italia e Orange si rincorrono ormai da settimane, al pari delle dichiarazioni dei protagonisti. Se il primo a smuovere le acque era stato il ceo della compagnia francese Stephane Richard (”Se Bollorè mi dicesse che la cosa migliore sarebbe quella di fare un accordo tra noi e loro per far comprare a Orange Telecom Italia, allora valuteremmo”), immediatamente dopo si erano susseguite le dichiarazioni pressoché congiunte del premier italiano Matteo Renzi e del presidente francese François Hollande.
Renzi e il dna italiano di Telecom – Entrambi i leader, dal vertice italo-francese di Venezia di due settimane fa, avevano espresso il proprio gradimento per la creazione di sinergie di capitale fra grandi aziende italiane e francesi, anche nel campo delle telecomunicazioni. In quegli stessi giorni, scrive oggi Repubblica, Renzi ha incontrato i vertici di Vivendi, Vincet Bollorè e Arnaud de Puyfontaine e il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Claudio Costamagna. Un appuntamento con l’azionista forte di Telecom (la media company francese detiene il 24,9% della telco italiana) e con il numero uno di Cdp, durante il quale il presidente del Consiglio ha ribadito la volontà di mantenere il dna italiano della compagnia di telecomunicazioni. Fermo restando un giudizio comunque positivo sulla partecipazione di capitali stranieri nelle nostre grandi aziende.
L’incontro Bollorè-Richard – È chiaro che la presenza all’incontro con Renzi e Costamagna di Bollorè e del suo luogotenente nel board di Telecom, De Puyfontaine, alimenti le indiscrezioni su possibili operazioni lungo l’asse Italia-Francia. Nemmeno le dichiarazioni del presidente della società italiana Giuseppe Recchi sono riuscite a spegnere il fuoco attorno alla vicenda: “Non c’è in corso nessun tipo di operazione – ha dichiarato lo scorso venerdì -. Non c’è nessun dossier sul nostro tavolo che riguarda Orange”.
Non è da escludere che Bollorè stia prendendo tempo per vedere come andrà a finire la fusione di Orange con Bouygues Telecom. Dieci giorni fa, aggiunge Repubblica, il finanziere bretone avrebbe infatti incontrato proprio Stephane Richard, che appena un mese fa aveva smentito progetti sull’Italia, delineando i contorni di una possibile operazione, discutendo perfino del prezzo a cui il pacchetto del 24,9% di Telecom nelle mani di Vivendi verrebbe conferito in Orange in cambio di azioni del nuovo gruppo.
Verso un polo italo-francese? – Discorsi e incontri che costituirebbero il preludio all’avvio di quello che viene considerato da molto osservatori il vero progetto di Bollorè. Ossia la creazione di un gigantesco polo italo-francese che spazi dalle telecomunicazioni ai media e che includerebbe Telecom Italia, Vivendi, Orange, Bouygues Telecom ma, forse, anche un altro grande player italiano: Mediaset. Proprio in queste settimane la compagnia di Cologno Monzese sta trattando con Vivendi la cessione dell’89% della piattaforma pay-tv Mediaset Premium. Tra una riunione e l’altra, qualche info sui piani italo-francesi di Bollorè potrebbe essere arrivata ai vertici della società milanese. Da Parigi a Roma, passando per Milano, il finanziere si muove a piccoli passi. Verso quale precisa meta, è presto per dirlo.
Pressing del premier per un accordo TI-Metroweb – Durante l’incontro con i vertici di Vivendi e Costamagna, Renzi ha anche parlato apertamente della necessità di accelerare sullo sviluppo della rete a banda larga, progetto nel quale Metroweb può avere un ruolo importante. Soprattutto, ha sottolineato Renzi, se la società nelle mani di Cdp raggiungesse un accordo con Telecom Italia, aumentando così il numero di città coperte con la fibra fino nelle case degli utenti.