Il Cda di Metroweb ha dato il via libera al piano da 1 miliardo di euro per il cablaggio di 10 città italiane, tra cui Roma, Napoli, Firenze, Torino e Bologna.
Il piano prevede cablaggi aggiuntivi per Milano, già ora la città più cablata d’Europa, e prevede – precisa Metroweb in una nota – interventi strutturali a Torino, Genova, Verona, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo con una rete in fibra ottica che raggiungerà direttamente ogni singola casa o ufficio (Fiber-To-The-Home). Il perimetro della cablatura consentirà a Metroweb di raggiungere 2,3 milioni di unità abitative e, considerando anche Milano, la rete “Ftth del Gruppo raggiungerà complessivamente il 17% della popolazione italiana.
Quanto all’investimento di “oltre 900 milioni euro”, sarà spalmato nel prossimo triennio, periodo durante il quale Metroweb prevede di concludere gli interventi, consentendo all’Italia di “avvicinarsi entro il 2020 agli obiettivi imposti dall’Agenda Digitale Europea”.
A Bologna e Torino gli investimenti sono già partiti e l’offerta commerciale da parte di Vodafone e Wind è già disponibile. Ad oggi a Bologna la rete è stata completata e circa 200mila abitazioni sono state raggiunte; a Torino, dove l’esecuzione della rete è iniziata circa sei mesi fa, la fibra ottica in modalità Fiber-To-The-Home ha già raggiunto circa 100mila unità abitative.
L’intenzione di Metroweb di andare avanti sul roll out della fibra era stata in qualche modo anticipata dall’Ad di F2i, Renato Ravanelli. Metroweb – aveva detto al Sole 24 Ore il manager – “è pronta a lanciare, a prescindere da eventuali accordi con altri operatori, un piano per sviluppare la banda ultra larga in 10 grandi città italiane tra cui Roma, Napoli e Firenze”.
“Dopo avere esteso la fibra anche a Bologna e Torino sarebbe un vero errore fermarsi”, aveva precisato Ravanelli aggiungendo che “la porta rimane aperta, per eventuali accordi, agli operatori con cui abbiamo discusso negli ultimi mesi”.
Nell’intervista, Ravanelli ha inoltre parlato dell’offerta presentata da F2i in cordata con Cellnex per Inwit definendola “una proposta trasparente che soddisferebbe Tim e, attraverso il lancio di un’Opa, il mercato”. “Abbiamo già pronto un piano industriale – ha spiegato – che prevede l’integrazione del perimetro Tim e di quello Wind e lo smantellamento di circa 2.000 delle 20.000 torri che risulterebbero in portafoglio con benefici in termini di costi, efficienze e di impatto sul territorio molto significativi”. In merito all’esito incerto del cda di Tim, “la nostra offerta -ha sottolineato il manager- è stata rispettosa delle richieste formulate dal venditore ed è chiara e trasparente. Siamo ora certi che Tim saprà rispondere in modo certo e tempestivo a F2i e Cellnex che, con grande serietà e professionalità hanno montato un’operazione che vale circa 3 miliardi”.
Quanto poi al recente investimento in Kos di cui F2i ha acquisito il 37,3%, mentre Cir si è rafforzata al 62,7%, Ravanelli ha messo in evidenza che e’ “leader nel settore della sanita’ con grandi prospettive di crescita e, nel medio termine, potrebbe andare in Borsa”. “Tra i settori di investimento previsti dai nostri fondi -ha aggiunto il manager- c’è quello delle infrastrutture sociali. Il comparto in cui opera Kos si caratterizza per una domanda costantemente in crescita – per effetto dell’invecchiamento della popolazione- e quindi anticiclica”. Ravanelli ha quindi messo in evidenza come “si tratta di un’ottima diversificazione di rischio del nostro portafoglio che si caratterizza per societa’ che hanno un elemento in comune: una posizione di mercato di assoluto rilievo, una forte attitudine alla crescita mediante operazioni di aggregazione societarie, una netta trasparenza nella gestione e un’alta qualita’ del servizio erogato”.
Parlando di Sia, di cui F2i detiene il 17%, e della possibile quotazione in autunno l’Ad ha spiegato che “vogliamo accompagnare la societa’ nel suo percorso di crescita, ci consideriamo un investitore stabile”.