LA SVOLTA FRANCESE

Telecom, Patuano si dimette. Scatta il totonomine

Vivendi accelera sul nuovo corso. Ibarra e Sciolla fra i favoriti, ma non è escluso un francese. Smentite le voci su Cattaneo. Al presidente Recchi le deleghe ad interim fino alla nuova nomina

Pubblicato il 19 Mar 2016

Mila Fiordalisi

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Marco Patuano si dimette da Telecom Italia. L’addio di Patuano non è ancora ufficiale, ma secondo quanto si apprende sarà formalizzata in 24-48 ore. E prima della nomina del nuovo Ad – l’incarico sarà dato al presidente e al comitato nomine – le deleghe ad interim sono state affidate proprio al presidente Giuseppe Recchi.

L’incarico di trovare un nuovo ad sarà dato al presidente di Telecom e al comitato nomine. Fra i nomi che stanno circolando quello di Corrado Sciolla, presidente di Bt Global Services Europe e di Maximo Ibarra, attuale Ad di Wind e designato Ad della società che nascerà dalla fusione con 3. In mattinata era circolata l’ipotesi della nomina per l’Ad di Ntc Flavio Cattaneo, fra l’altro a dicembre riconfermato al vertice dell’azienda ferroviaria. Ma fonti vicine a Ntv fanno sapere che “Cattaneo sta bene dove sta”, smentendo dunque immediatamente le indiscrezioni. Già al momento dell’insediamento del cda di Telecom, in qualità di consigliere indipendente, per Cattaneo si era vociferato di una nomina al vertice, dopodiché le indiscrezioni si erano spente e altri nomi sono circolati soprattutto di recente. A inizio marzo era circolata la voce, poi però smentita da Telecom Italia, della imminente nomina di Luigi Gubitosi, ex numero uno di Wind poi alla direzione generale della Rai. Fra i nomi circolati anche un ex Telecom, Andrea Mangoni (è stato direttore generale per il Sud America fino al 2013). Tra le varie ipotesi, quella di un manager di ‘provenienza’ Vivendi. Fra gli “stranieri” in pole position René Obernamm, ex ceo di Deutsche Telekom e il numero uno di Virgin Media, Tom Mockridge.

Per Patuano già sarebbe stato trovato l’accordo per la buonuscita, quantificata, secondo indiscrezioni in 7 milioni di euro: come “dirigente dipendente” parte degli esborsi sono regolati dal contratto che per i dirigenti prevede due anni di compensi pagati, a cui si aggiungerà una quota “variabile” legata ad eventuali patti di non concorrenza. L’Ad uscente di Telecom Italia secondo quanto riferito da Dagospia avrebbe inoltre avviato trattative con il principale operatore di Tlc dell’Africa.

Sempre secondo indiscrezioni starebbero per lasciare l’azienda anche altri manager tra cui Paolo Vatellini a capo della strategica Business Support Officer e Mario Di Loreto, direttore People Value. Nomi che si aggiungono a quelli di altri manager, come annunciato da CorCom.

I rumors che si sono alternati negli ultimi giorni hanno dunque trovato conferma. I francesi di Vivendi da tempo stavano valutando un avvicendamento ai vertici per essere rappresentati al meglio da quanto sono diventati azionisti principali dell’azienda di Tlc (ad oggi al 24,9% alla soglia dell’Opa).

La decisione sarebbe maturata nel corso dell’ultimo Cda, dove Patuano si sarebbe trovato isolato sulla scelta di non fare svalutazioni su Tim Brasil, decisione su cui invece ha votato il Consiglio (la quota è stata svaltutata per 240 milioni) tenendo conto del contesto brasiliano.

“Assordante il silenzio del Governo e delle Istituzioni sulle vicende che in queste ore sono caratterizzate dal cambio del vertice aziendale di Telecom”, ha commentato a caldo Franco Lombardi, presidente di Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti dell’azienda di Tlc.

“Mentre in Francia il Governo, le Istituzioni difendono a spada tratta i campioni nazionali – continua Lombardi – in Italia il Governo assiste inerte a vicende che potrebbero mettere a rischio ”con il pretesto di una forte discontinuità” il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda digitale europea, il rilevante piano di investimenti del piano triennale 2016-2018,e soprattutto il livello occupazionale, già segnato dalla solidarietà difensiva. Gli asset strategici di TI richiederebbero una maggiore attenzione e tutela anche ai fini della sicurezza nazionale e internazionale, vedi Sparkle. Il rischio è che TI sia oggetto di merce di scambio tra i poteri forti della finanza nazionale ed europea”.

Sulla stessa posizione Salvo Ugliarolo Segretario Generale della Uilcom UIL il quale oltre ad evidenziate “l’assordante silenzio del Governo Italiano davanti all’ennesimo cambio dei vertici nella principale azienda delle Tlc del Paese” accusa il premier Matteo Renzi di “avallare spietate concorrenze a Telecom, utilizzando aziende pubbliche come Enel, piuttosto che “difendere ” una tra le aziende più importanti e strategiche per lo sviluppo dell’Italia dalla conquista di capitali esteri”.

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