Madia: “Italia più giusta se la PA diventa digitale”

Il ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione: “L’obiettivo della riforma è offrire servizi di qualità, soprattutto ai più deboli. Mettiamo la persona prima della burocrazia”. Laura Boldrini: “Digital transformation locomotiva d’innovazione”

Pubblicato il 21 Mar 2016

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“Una Repubblica intesa come un’amministrazione unica, un unico corpo e non 10 mila isole. Un corpo unitario e semplice che dia in modo omogeneo servizi di qualità alla nostra popolazione, e soprattutto ai più deboli, mettendo prima la persona della burocrazia“. Così Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, descrive l’obiettivo della riforma della PA durante la presentazione del Rapporto 2016 dell’associazione Italiadecide, nella Sala della Regina di palazzo Montecitorio a Roma, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Nel suo intervento Madia sottolinea come il Governo stia “portando avanti un programma di riforme che deve ridare all’Italia una nuova stagione di crescita e occupazione, e quindi di benessere ridato ai cittadini”. Le riforme, sottolinea il ministro, non possono essere ridotte alle leggi approvate: “Riforme – spiega – deve significare cambiamento concreto nella vita delle persone. Se questo è il programma del governo, l’innovazione deve avere nel programma del governo un posto principale“, grazie anche al potenziamento dell’agenda digitale.

Per riformare la pubblica amministrazione non possono più essere usati modelli che rispondono al passato, “occorre fare i conti in positivo con l’innovazione tecnologica – prosegue – Non stiamo parlando solo di progresso tecnico ma di una grande potenzialità per avere un fortissimo progresso sociale”, “coniugando alla parola innovazione i diritti per una cittadinanza digitale”.
Faremo un bilancio in autunno 2017- prosegue Madia – e in quella data vorremmo che si fosse andati avanti con l’obiettivo di arrivare a un unico sistema di identificazione digitale per adempiere i propri obblighi, come cittadini, con la Pa o scambiare dati con la pubblica amministrazione”.

Un percorso in cui alla chiave della competitività va aggiunta anche quella dell’equità, spiega Madia, “perché un maggiore accesso alle tecnologie diminuisce il divario tra ricchi e poveri e ci restituisce un Paese più equo ma anche più umano, perché ci deve anche essere un tempo per vivere, soprattutto per le madri, con una qualità nella vita familiare. Non è giusto far perdere tempo alla vita delle persone“.

“Per non essere tagliati fuori dalla competizione economica globale abbiamo bisogno di un salto nell’innovazione tecnologica – afferma nel suo intervento la presidente della Camera Laura Boldrini – E la trasformazione digitale rappresenta la locomotiva di questo processo innovativo. L’altro contenuto del Rapporto che trovo convincente – aggiunge – è l’invito a ragionare e operare come ‘sistema Paese’. Non avrebbe alcun effetto positivo, si dice giustamente, una trasformazione digitale che dovesse interessare soltanto alcuni settori della società. La banda ultralarga e ultraveloce può spingere in avanti quelle zone, come il Mezzogiorno, e quei comparti, come la Pubblica Amministrazione, in cui il ritardo si fa sentire di più”. “Occorre mobilitare risorse pubbliche e private – conclude – sapendo che non si tratta tanto di spendere quanto di investire, perché la digitalizzazione, se fatta bene e in modo compiuto, produce semplificazione e anche risparmi”.

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