Reti Tlc e contenuti free contro Netflix & Co: la guerra di Bollorè

“Campagna d’Italia” per il presidente di Vivendi: scommette su Telecom Italia e punta su Mediaset mettendo in moto le grandi manovre nel mondo dei media. Ma nell’era degli Over the top sarà una scommessa vincente o una mossa che guarda al passato?

Pubblicato il 22 Mar 2016

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La nuova “campagna d’Italia”: la chiama così oggi il quotidiano francese Les Echos la serie di operazioni promosse da Vivendi che coinvolgono Telecom Italia e, in prospettiva, Mediaset. “Qualunque sia il futuro amministratore delegato di Telecom – scrive il giornale riferendosi alla successione in corso sulla poltrona di ad – c’è da credere che sarà in linea con le posizioni di Vincent Bollorè, l’uomo che ha investito 3,5 miliardi di euro nell’operatore italiano di Tlc, che ha insediato quattro top manager di Vivendi nel cda su un totale di 17 amministratori”.

Bollorè sembra anche sul punto di finalizzare l’acquisto di Mediaset Premium, la tv a pagamento della famiglia Berlusconi. Potrebbe, fra l’altro, far emergere una piattaforma “europea” di contenuti e di media per contrastare Netflix. “Ma per farla nascere – si legge ancora sul quotidiano – Bollorè deve condurre ancora molte battaglie”. Del resto proprio ieri però Silvio Berlusconi ha smentito un interesse di Vivendi all’intera Mediaset: “C’è interesse solo ai contenuti: format e listini di film” ha dichiarato.

Ma veramente Bollorè vuole soltanto i contenuti premium di Mediaset? O la manovra avviata prelude a un’operazione più vasta, all’interno della quale la Tv Free di Mediaset e le reti Telecom entrano in gioco con un forte ruolo nella guerra anti-over the top? In realtà sull’intera operazione si esprime negativamente il Financial Times che oggi, nella rubrica Lex, sottolinea come “l’idea che contenuti e distribuzione abbiano uno stesso proprietario è solo una scommessa sul passato, nell’era di Netflix”.

E’ da tempo che Vivendi punta ad assumere un ruolo di primattore nello scacchiere europeo dei media. Partendo dalla leadership nei contenuti musicali (Universal Music ha il 40% del mercato mondiale) per arrivare ai contenuti con l’acquisto del 26,2% di Banijay Zodiak (partecipata anche dalla De Agostini), fino all’opa lanciata sul produttore di videogames Gameloft e la partecipazione in Ubisoft (medesimo settore).

Forte delle rilevanti riserve di liquidità Bollorè ha lanciato la scalata a Telecom Italia presentandosi “come investitore industriale e non finanziario – spiega un analista al giornale La Tribune -. E’ chiaro, vuole mettere le mani negli ingranaggi, fare dei cambiamenti”.

Incassato questo primo successo il timone di Bollorè sembra posizionarsi di nuovo verso il settore televisivo (Canal+ in Francia è in difficoltà) con un occhio ad arginare l’avanzata dei competitor digitali. Sulla vicenda si rincorrono da mesi voci e gossip di mercato nonostante la società parigina resti per il momento restìa a dichiarazioni. Le ipotesi sul campo sono diverse, dall’alleanza operativa consolidata con uno scambio azionario a un passaggio di mano della pay tv di casa Mediaset, ma la partita data per conclusa già piu’ volte sembra prolungarsi ben oltre il previsto.

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