Accordo fatto tra Mediaset e Vivendi. Anzi no. I rumors di un’acquisizione della media company guidata da Vincent Bollorè della pay-tv del Gruppo di Cologno Monzese, ma anche di tutto il Gruppo, si rincorrono da settimane. Dopo le indiscrezioni su una trattativa tra la compagnia francese e la società italiana per l’acquisto dell’89% di Mediaset Premium, e quelle sulla possibile acquisizione di tutta Mediaset da parte di Vivendi, nella giornata di lunedì è intervenuto Silvio Berlusconi per mettere a tacere le voci su possibili deal imminenti: “Vivendi è molto interessata all’Italia, io sono amico di Bolloré da anni e lui ha manifestato il suo interesse su alcune cose che facciamo, non assolutamente per Mediaset”. Tutto finito? Assolutamente no. La stampa italiana oggi riporta infatti notizie piuttosto contrastanti tra loro sulle prospettive di accordo tra Vivendi e Mediaset.
Accordo fatto tra Bollorè e Berlusconi? – Il Corriere della Sera racconta di un incontro avvenuto a fine gennaio tra Bollorè e Pier Silvio Berlusconi, che avrebbero definito gli ultimi dettagli di un accordo definitivo le cui basi sarebbero state gettate durante l’estate. Mediaset Premium, scrive il quotidiano, passerà a Vivendi, mentre il Gruppo italiano continuerà a fare la televisione free, mantenendo un ruolo di editore dei nuovi canali a pagamento. Il primo passo è il passaggio della gestione di Premium nelle mani di Vivendi che, assieme a Canal Plus già in portafoglio, creerebbe una compagnia europea in grado di produrre anche contenuti.
Il secondo aspetto chiave dell’accordo Bollorè-Berlusconi riguarda la tv web on-demand, con la creazione di una piattaforma dove finirebbero sia Infinity, servizio di Mediaset attivo in Spagna e Italia, sia Watchever, l’offerta in video-streaming di Vivendi sul mercato tedesco. Tutte queste operazioni verrebbero “blindate” da un cessione del 3% di Vivendi al Gruppo di Cologno Monzese. Secondo il Corriere della Sera, le carte sono già pronte: a distrarre Bollorè dalla chiusura sono state le dimissioni di Patuano dal ruolo di Ad di Telecom Italia, di cui Vivendi è socio forte con il 24,9%.
Giordani, cfo di Mediaset: “Premium non si vede” – Ad aggiungere nuovi elementi al giallo sulle trattive tra Vivendi e Mediaset ci ha pensato il cfo del Gruppo italiano Marco Giordani che, come riporta Il Sole 24 Ore, durante la presentazione dei conti relativi all’esercizio 2015 (ricavi su del 3,2% a 3,5 miliardi, margine operativo in aumento del 2,51% a quota 1,4 miliardi e utile giù dell’83% a 4 milioni, ndr) è stato categorico: “Non vendiamo Premium, è parte del nostro core business. Solo collaborazione tra le due società”. Il manager della società italiana non ha fatto altro che ribadire le parole pronunciate da Silvio Berlusconi.
Ma, spiega il quotidiano economico, il fatto che non si venda non significa che Mediaset non stia cercando o non possa cercare un socio: difficilmente il Gruppo italiano potrebbe limitarsi ad una cessione che, levando l’incasso un tantum, impoverirebbe le prospettive sul lungo termine. Non a caso, il cfo ha sottolineato che il trend del mercato televisivo è quello di un “consolidamento internazionale”, quindi lo spazio per aggregazioni e partnership c’è. Se quest’ultime possano coinvolgere anche Telecom Italia, visti i colloqui con Bollorè, è presto per dirlo. Ma l’ipotesi di una convergenza media-telco non è da scartare a priori e potrebbe far parte di quella che il giornale francese Les Echos ha definito la “Campagna d’Italia” di Bollorè.
Berlusconi, strategia attendista? – Anche La Repubblica rilancia oggi le dichiarazioni di Giordani, sottolineando come uno stop così ufficiale (il cfo è anche presidente di Mediaset Premium, ndr) sia il segnale di qualche intoppo sorto recentemente. Il quotidiano avanza l’ipotesi di una frenata da parte di Berlusconi, non intenzionato a far confluire Mediaset in orbita francese, come vorrebbe Bollorè disposto anche ad accollarsi i debiti di Premium (la pay-tv non ha mai chiuso un bilancio in utile in 8 anni di vita), a patto di mettere le mani su tutta la torta.
Berlusconi, spiega la Repubblica, vuole probabilmente vedere prima come andrà a finire la partita sulle torri di Telecom prima di prendere una decisione così importante: una vittoria di Ei Towers, controllata da Mediaset, farebbe aumentare il valore complessivo del Gruppo, rendendo più conveniente uno scambio azionario con Vivendi.