Asati: “No alla vendita di Tim Brasil”

I piccoli azionisti: “Ridicolo vendere la società adesso che la valutazione non ne rappresenterebbe il vero valore”. E sul prossimo Ad: “Prosegua il lavoro di Patuano”

Pubblicato il 23 Mar 2016

Asati dice no alla vendita di Tim Brasil. Secondo i piccoli azionisti di Telecom Italia la cessione “specialmente in questo momento in cui la valutazione sarebbe ridicola e non rappresenterebbe il vero valore di 8/9 volte l’Ebitda di soli due anni fa”.

L’associazione dice sì, invece, alla vendita della quota in Inwit “ma al migliore offerente, no agli amici degli amici, compatibilmente con il rispetto delle normative Agcom e Antitrust”. Ok anche a una leggera rivisitazione nella riduzione dei costi nel piano “che non tocchi se non minimamente i dipendenti già pesantemente provati in 30.000 con la solidarietà difensiva”.

“Sì nella continuazione della ristrutturazione organizzativa già avviata tesa anche ad una migliore efficienza aziendale e ad una ”pax regolatoria – sì nel proseguire l’attività di sviluppo della cultura dell’azionariato diffuso tra i dipendenti supportando i piani di assegnazione azionari”.

Asati si augura che il nuovo Ad prosegua “nel lavoro di Patuano e soprattutto sia scelto con le raccomandazioni del Comitato nomine che si riunirà domani individuando una persona che abbia – si legge nella nota – Le competenze del settore, le caratteristiche e professionalità per proseguire proficuamente il lavoro iniziato”. Bene, dunque, ha fatto Recchi a dire “il piano industriale 2016-2018 non si cambia”.

“Siamo fiduciosi e ci auguriamo che non sia invece già stato scelto il nuovo Ad, potenzialmente nelle stanze chiuse dall’azionista di controllo – a tale proposito le agenzie e principali giornali riportano che colloqui con i vertici di Vivendi a Parigi si sarebbero svolti con diversi manager già dalla fine del 2015 – e l’attuale passaggio formale attraverso il Comitato nomine avvenga solo per recitare una potenziale commedia ed esautorare di fatto così potenzialmente i comitati e La competenza dell’intero Consiglio di amministrazione che tra l’altro si era riunito il 17 marzo ultimo scorso”.

I piccoli azionisti colgono anche l’occasione per salutare con grande affetto Marco Patuano: uno di noi che ha iniziato la sua lunga carriera nella Sip-TI –Tim fino a raggiungere i vertici della Società. Testimonianza di ciò sono le migliaia di lettere che il presidente Rendi sta ricevendo da parte dei dipendenti”.

“Ha gestito la società in anni molto difficili, in cui le Autorità istituzionali Agcom e Antitrust sono state particolarmente severe verso Telecom Italia comminando a volte sanzioni molto pesanti – si legge nella nota – La sua gestione è stata caratterizzata anche da una inspiegabile disattenzione del Governo sulla società a differenza di altri Paesi europei che difendono le loro grandi industrie nazionali ritenendole un patrimonio essenziale dello sviluppo del Paese”.

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