“Abbiamo approvato il regolamento sulla banca dati del Dna, che è uno strumento di formidabile potenza dal punto di vista informatico. Insieme al ministro (della giustizia, ndr) Andrea Orlando, abbiamo realizzato un passo in avanti che ha pochi precedenti in Europa e che consentirà l’archiviazione di dati, dal punto di vista scientifico e del Dna”.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano annuncia una grossa novità in termini di prevenzione dal terrorismo, ma non solo: la creazione di una banda dati del Dna. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato, in esame definitivo, un decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento che disciplina l’istituzione, le modalità di funzionamento e di organizzazione della Banca dati del DNA e del relativo Laboratorio centrale.
Uscendo dal Consiglio dei Ministri riunitosi oggi, Alfano ha spiegato che le informazioni raccolte “saranno importantissime sia nella lotta al terrorismo che nella lotta criminalità organizzata e nel contrasto all’immigrazione irregolare“. Il provvedimento del Cdm arriva in un periodo nel quale, tra gli attentati di Bruxelles e il caso Apple-Fbi, i temi della privacy e della cybersecurity sono sotto gli occhi dei riflettori in tutto il mondo.
Non a caso, ha sottolineato Orlando, la raccolta dati che partirà nei prossimi giorni avverrà “con tutte le garanzie di riservatezza previste dalla legge sulla privacy, consentirà non solo di prevenire e agevolare la realizzazione di indagini, ma anche di affrontare casi che sono considerati irrisolti alla luce della strumentazione disponibile”. Secondo il Guardasigilli “in un momento come questo, in cui la sicurezza è al centro dell’attenzione, credo sia giusto considerare questo provvedimento un passo fondamentale per aumentare il livello di sicurezza del Paese”.
L’obiettivo del provvedimento, spiega il Cdm in una nota, è “facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, mediante acquisizione di elementi informativi della persona scomparsa allo scopo di ottenere il profilo del DNA e di effettuare i conseguenti confronti”.
Tutta la mole di dati sarà collocata presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno, mentre il Laboratorio centrale sarà presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia.
Il regolamento prevede inoltre disposizioni per la consultazione della Banca dati “per finalità di cooperazione transfrontaliera, che regolamentano lo scambio di informazioni e la protezione dei dati personali trasmessi o ricevuti, attraverso l’individuazione della finalità del trattamento dei dati e la previsione di verifiche in ordine alla qualità degli stessi e alla liceità del relativo trattamento”.
Lo schema di provvedimento, che ha già ottenuto il parere favorevole del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) ed il parere favorevole con osservazioni del Garante per la protezione dei dati personali, prevede anche i casi in cui è prevista la cancellazione dei profili del DNA e la distruzione dei campioni biologici:
· a seguito di assoluzione con sentenza definitiva perché il fatto non sussiste, perché l’imputato non lo ha commesso, perché il fatto non costituisce reato;
· a seguito di identificazione di cadavere o di resti cadaverici, e del ritrovamento di persona scomparsa;
· quando le operazioni di prelievo sono state compiute in violazione delle disposizioni previste dall’art. 9 L. 85/2009 in tema di prelievo di campione biologico e tipizzazione del profilo del DNA;
· decorsi i termini stabiliti dall’art. 25 del Regolamento sui tempi di conservazione dei profili del DNA.