FINTECH

Citigroup lancia l’allarme: banche, 2 milioni di licenziamenti in vista

Previsti prevede nuovi tagli per i dipendenti degli istituti di credito in Europa e Stati Uniti per effetto delle nuove piattaforme online che offrono servizi finanziari in modo snello ed efficiente. Concorrenza serrata nei rami lending e payment

Pubblicato il 31 Mar 2016

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La finanza evolve abbracciando l’hi-tech, nascono start up che offrono servizi bancari basati su piattaforme Internet, e questo ha un alto costo per gli operatori tradizionali: le banche europee e americane si preparano a “bruciare” 1,7 milioni di posti di lavoro nei prossimi dieci anni, secondo le previsioni di Citigroup.

Colpa dell’avvento della financial technology, o FinTech, nuovo settore industriale costituito principalmente da start up che usano la tecnologia per rendere più snelli ed efficienti i servizi finanziari e che creano una forte rottura nei confronti dei sistemi finanziari tradizionali e delle grandi banche che usano meno i prodotti basati su software.

I nuovi tagli alla forza lavoro impiegata nel mondo bancario – pari a oltre il 30% degli addetti attuali — si aggiungono a quelli già avvenuti negli scorsi anni (730.000 posti fra Usa e Europa, calcola Citigroup).

“Le perdite più ingenti di posti di lavoro si registrerannno o nei paesi in crisi o in quelli molto avanzati dal punto di vista tecnologico”, sottolinea Ronit Ghose, uno degli autori dello studio.

Due i principali fattori alla base delle ristrutturazioni che verranno condotte sul personale delle banche. Uno è la diffusione delle nuove tecnologie che permettono alle banche di fare sempre più transazioni e operazioni online, usando sempre meno le filiali. L’altro è l’imperativo finanziario che impone alle banche di snellirsi per diventare più competitive e contrastare la concorrenza nei segmenti più redditizi della loro attività.

Uno di questi settori in cui la concorrenza da parte del FinTech è spietata è quello dei prestiti: rappresenta il 46% dei 19 miliardi di dollari di soldi privati confluiti nell’industria finanza hitech negli scorsi sei anni. Anche il settore dei pagamenti pesa: è il 23% degli investimenti in FinTech.

Lending e payments sono attività lucrative in cui le banche non possono permettersi di perdere quote di mercato, tanto più mentre tassi di interesse molto bassi intaccano la profittabilità e la domanda di prestiti è stagnante. Citigroup sottolinea l’importanza per le banche di proteggere il business dei prestiti (le banche analizzate derivano il 56% dei loro profitti dal prestito, e solo il 7% dai pagamenti). Le società del FinTech, nonostante la rapida crescita, rappresentano ancora una fetta relativamente piccola del lending e il prestito peer-to-peer, in cui sono attive piattaforme come Funding Club e Funding Circle, costituisce ancora solo l’1% dei prestiti globali.

Ma per le banche non c’è tempo da perdere, perché le start up dell’hitech crescono a passi da gigante e solo negli Usa Citigroup calcola un mercato potenziale per il peer-to-peer lending di 3.200 miliardi di dollari.

Inoltre, se la “disruption” del tradizionale settore bancario avviene gradualmente in Europa occidentale e Stati Uniti, in Asia la rivoluzione è in pieno sviluppo: “In Cina la velocità della transizione dal fisico al digitale è spaventosa”, osserva Greg Baxter, global head of digital strategy di Citigroup: il 96% delle vendite dell’e-commerce cinese sono già effettuate senza l’intervento di una banca.

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