LA TRATTATIVA

Richard: “Orange-Bouygues, grande occasione persa per la Francia”

Il ceo di Orange: “Molteplici cause alla base del fallimento. Ora puntiamo a possibilità di rafforzarci nei paesi dove siamo già presenti”

Pubblicato il 05 Apr 2016

richard-orange-160105130938

Un appuntamento mancato per il Paese”. Così Stéphane Richard, (nella foto) ceo di Orange, definisce in un’intervista a Challenges la trattativa fallita nei giorni scorsi per la fusione con Bouygues. “Era una vera opportunità per i due gruppi, per l’investimento e l’occupazione nel settore – spiega -. Eravamo a un passo dal riuscire anche se sapevamo che si trattava di un’operazione molto complessa che faceva intervenire quattro attori più lo Stato con un rischio di esecuzione dell’operazione elevato”.

“Le lungaggini delle procedure di istruzione aprivano un periodo di incertezza e facevano pesare restrizioni e rischi complessi da gestire – sottolinea il ceo di Orange -: abbiamo impiegato lo stesso tempo sia a cercare di anticipare le reazioni dell’Autorità per la concorrenza sia a metterci d’accordo tra di noi”.

Quanto ai motivi del fallimento della trattativa, “c’è una pluralità di cause – spiega – Alcuni hanno sottostimato le difficoltà di trasformazione, altri hanno esagerato. Lo Stato forse ha pensato che Bouygues trattava con le spalle al muro. Ognuno ha la sua parte di responsabilità. Per conto nostro abbiamo condotto queste trattative con professionalità, impegno ed etica. Credo che tutti lo riconoscano oggi”.

Infine Richard allontana la possibilità di un interesse di Orange per Telecom Italia: “Sul tema Telecom Italia, non c’è alcuna attualità – afferma -. Bisogna essere estremamente prudenti. Osservo che è un tema molto sensibile in Italia. Oltralpe le ambizioni francesi infastidiscono”.

La strategia del gruppo francese, però, spiega il Ceo, è quella di studiare innanzitutto, in ottica di consolidamento, “la possibilità di rafforzarci nei paesi dove siamo presenti come la Romania, la Polonia o il Belgio”, commenta, mentre rispetto all’espansione geografica si starebbe considerando il fatto che “alcuni operatori possono essere potenzialmente sul mercato, in Europa del Nord o nel Benelux”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati