Uno dei principali ingredienti del successo planetario di Facebook è stata la possibilità di caricare e condividere immagini. Un flusso di fotografie iniziato nel 2005, un anno dopo la nascita della piattaforma, e che da allora ha continuato a scorrere. Proprio puntando su questo elemento di forza l’accessibility team di Facebook guidato dall’ex ricercatore Jeff Wieland (al centro nella foto) ha pensato di estendere le possibilità di interazione sulle fotografie anche agli utenti non vedenti o ipovedenti, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con un sistema, chiamato “automatic alternative text”, che sarà in grado di fornire una descrizione audio del contenuto delle immagini.
Il sistema, rilasciato in una prima fase per iOS, sarà esteso progressivamente a che ad Android e agli utenti Web, è in grado di “riconoscere” gli oggetti ritratti nelle foto utilizzando il machine learning che aiuta il sistema a riconoscere la realtà e a fare previsioni attendibili usando complicati algoritmi sull’analisi dei dati già pubblicati. Così Automatic alternative text prima identifica gli oggetti, e poi li “traduce” in audio utilizzando il servizio voiceOver degli iPhone. La tecnologia, che ha ancora con grandi potenzialità di sviluppo dopo questa prima fase iniziale, può riconoscere facilmente gli oggetti di una serie di categorie, a partire da quelle che riguardano i trasporti (“automobile” “barca”, “aeroplano”), la natura (“neve”, “oceano”, “tramonto”), gli sport, il cibo, e può arrivare a descrivere le caratteristiche e le espressioni delle persone, riconoscendo se sorridono, se sono bambini o adulti, o se hanno ad esempio baffi o barba, e possono riconoscere le caratteristiche di un selfie.
“Avevamo bisogno di una soluzione per accogliere nella nostra comunità anche le persone che non possono vedere le foto e capire cosa ritraggono, mettendole sullo stesso piano delle persone che vedono – spiega a The Verge Matt King (a sinistra nella foto), che è non vedente e che lavora in Facebook come ingegnere – L’inclusione è molto importante, e l’impatto di sperimentare una soluzione del genere è quello di dire alle persone non vedenti che la loro presenza e la loro partecipazione è importante per noi – conclude King – Vogliamo includere tutti, e faremo tutto ciò che è necessario per riuscirci”.