Azzola: “Contrapposizione Enel-Telecom nociva per il Paese”

Il segretario nazionale della Slc Cgil boccia la strategia del governo: “Ha creato confusione, troppe reti concorrenti a bassa redditività”. E teme un accordo Renzi-Vivendi: “Ok all’accordo tra i francesi e Mediaset in cambio dello scorporo della rete. Ma così si affossa l’Italia”

Pubblicato il 07 Apr 2016

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“Il destino di Telecom Italia è il destino di tutto il Paese. Per questo chiediamo al governo di aprire un tavolo per discutere del futuro dell’azienda e definire che modello di sviluppo Renzi immagina per l’Italia”. Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, spiega a CorCom cosa non lo convince nella strategia di Palazzo Chigi sulle Tlc.

Azzola, oggi Renzi ha tenuto a battesimo il piano Enel per la banda ultralarga: 224 città saranno cablate in fibra. Lei che idea si è fatto?

Non mi sembra che sia venuta meno la confusione del governo nella gestione del piano per la rete ultra-veloce.

Addirittura?

Ci sono stati continui cambi di direzione da parte del governo su questo tema, con il risultato che adesso si è venuta a creare un’aperta contrapposizione tra un operatore privatizzato – Enel – controllato però da un azionista pubblico – il ministero del Tesoro – e un altro privato, modello public company, ma a conduzione francese (Vivendi è primo socio e ha appena indirizzato il cambio alla guida favorendo l’avvicendamento tra Marco Patuano e Flavio Cattaneo ndr).

Perché parla di contrapposizione e non di concorrenza?

Perché il modello che ha in mente il governo è pericoloso. Nelle aree a mercato si verranno a creare 4 reti concorrenti, ovvero quella di Telecom, di Fastweb, di Metroweb e di Enel. Una situazione che abbassa enormemente il valore della rete anche se abbassa, al contempo, anche quelli dei servizi. Enel con Open Fiber ha già ingaggiato Vodafone e Wind e ora punta a Metroweb.

Starace ha detto che è aperto a che a Telecom.

Ovviamente sì, ma mi pare difficile ipotizzare una qualunque forma di collaborazione. Col risultato paradossale che la rete Ngn di Enel sarà enormemente valorizzata e il rame di Telecom no. Una prospettiva non certo allegra. Senza contare la concorrenza a ribasso che Telecom sarà costretta a fare.

In che senso?

Nel senso che se, come detto da Starace, la rete di Enel costerà meno, Telecom presumibilmente sarà costretta a tagliare i costi. Con impatti negativi sulla produttività ma anche sull’occupazione. Se la società delle reti ideata dal governo con in testa Enel incorporerà parte delle competenze Telecom, allora ci sarà un bilanciamento sotto il profilo occupazionale, in caso contrario la preferenza di Renzi all’Enel avrà un effetto devastante su Telecom.

Si parla si potenziali 15mila esuberi in Telecom,. Una cifra plausibile?

Francamente mi pare un numero buttato lì senza criterio. Ma questo non vuol dire che gli esuberi si possano escludere definitivamente, anche considerando il miliardi di tagli chiesti da Vivendi al cda.

Che però andranno fatti…

Dipende come. Si possono fare degli interventi di efficienza mettendo mano al sistema degli appalti ad esmepio: oggi viene assegnato esternamente lavoro che potrebbe essere fatto in un’azienda che ha 30mila lavoratori in solidarietà.

Appena stamattina Vivendi ha detto che è in Italia per investire non per licenziare. Non la tranquillizza questa dichiarazione?

Tutt’altro. Quelle cose avrebbe dovute, eventualmente, dirle Telecom non l’azionista di maggioranza. Il fatto che lo abbiano fatto i francesi pone una domanda: non è che Vivendi si è accordata col governo per scorporare la rete Telecom?

Che quadro ha in testa?

Il governo che presta il fianco all’accordo tra Vivendi e Mediaset in cambio dello scorporo. E quel che resta di Telecom venderlo a Orange e fare il polo europeo delle Tlc. ma questo significherebbe rinunciare ad avere un operatore di Tlc che ha in pancia anche la rete, alla stregua di quanto fato in Grecia e in Portogallo. Sono questi i Paesi che prendiamo come modello di sviluppo? Io dico che non possono essere questi. L’Italia ha bisogno di un grande operatore di Tlc che abbia la rete, ma anche il know how per sviluppare servizi innovativi e guidare l’innovazione del sistema Paese. E questo può farlo solo Telecom Italia. Per questo chiediamo al governo un tavolo sul futuro dell’azienda che è anche un tavolo sullo sviluppo del Paese.

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