LA REPLICA

Giacomelli bacchetta Maroni: “Banda larga in Lombardia grazie allo Stato”

Il sottosegretario alle Comunicazioni replica al governatore che teme penalizzazioni economiche: “Dei 450 milioni necessari per le Ngn nella regione, 381 arrivano dallo Stato e 68 dalla Regione”

Pubblicato il 08 Apr 2016

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“Roberto Maroni ha 61 anni: è abbastanza adulto da sopportare la verità e il suo staff farebbe bene a dirgliela evitandogli così magre figure. Su Facebook si dice pronto a scrivere a Renzi per non essere penalizzato nella distribuzione delle risorse nazionali sulla banda ultralarga. Risparmi tempo, francobolli e inchiostro, oltre alla brutta figura: dei 450 milioni necessari per la banda ultralarga in Lombardia, 381 arrivano dallo Stato, per scelta del governo Renzi, e 68 dalla Regione. Maroni dovrebbe solo ringraziare il governo e le regioni più virtuose che, grazie all’accordo firmato in Conferenza Stato-Regioni, destinano alla Lombardia un investimento così consistente per colmare il gap di chi, come lui, in questi anni ha investito poco nella rete e molto nella propaganda”. Così il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli risponde alle parole del governatore Roberto Maroni su Facebook, proprio nel giorno in cui il ministero del Sviluppo Economico ha firmato l’accordo operativo anche con la Regione Lombardia che ha destinato 450 milioni alla costruzione della rete pubblica per la banda ultralarga nelle aree bianche, le zone cosiddette “a fallimento di mercato”.

“Renzi ha annunciato lo stanziamento di 4,9 miliardi per la banda larga in Italia. Buona notizia, soldi pubblici ben spesi – aveva scritto il governatore della Lombardia – ma la Lombardia è già tutta coperta con la banda larga, e la banda ultra-larga avanza con rapidità, arrivando oggi a coprire il 20% dei territorio“.

“Spero tanto – proseguiva Maroni nel suo post – che la virtuosità della Lombardia non induca il governo Renzi a penalizzarci anche in questo caso, destinando le risorse stanziate per le infrastrutture informatiche ovunque tranne che in Lombardia. Oggi stesso scrivo a Renzi perché prevenire è meglio che curare”.

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