Circa 6 mesi per passare dalle parole ai fatti. Entro il 30 settembre Mediaset e Vivendi dovrebbero formalizzare l’accordo annunciato lo scorso venerdì che prevede lo scambio azionario al 3,5%, il contestuale passaggio di Mediaset Premium alla media company francese e alcuni limiti alla compravendita di azioni fra le due compagnie. Pay-tv da un lato, contenuti e on demand dall’altro: questi i due binari lungo cui si muoverà la strategia del duo italo-francese nei prossimi mesi.
Sul primo fronte, che vedrà l’unione delle forze tra Canal+ e Premium, c’è da registrare che il conferimento della Tv a pagamento del Gruppo di Cologno Monzese avverrà sul falsa riga di quanto avvenuto in passato con Telefonica, il partner spagnolo che attualmente detiene l’11,1% della pay-tv. “Il perimetro di Premium coinvolto nell’operazione è esattamente lo stesso dell’operazione fatta con Telefonica”, ha spiegato durante una conference call con gli analisti Simone Sole, responsabile Finanza, M&A e Investor relator di Mediaset. In sostanza, ha sottolineato il manager, per 5 anni la società italiana continuerà a operare per Premium gestendo la capacità trasmissiva sul digitale terrestre, la fornitura di canali non sportivi e la raccolta pubblicitaria.
Sul versante della produzione dei contenuti, l’alleanza nata lungo l’asse Parigi-Milano non ha reso noti i tempi della creazione della “nuova major europea per la creazione di contenuti” né della “prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on demand”, ossia i 2 obiettivi citati nel comunicato ufficiale di chiusura del deal che costuiscono l’essenza del piano anti-Netflix. . Secondo il giornale francese Le Figaro, Mediaset e Vivendi non starebbero però perdendo tempo, anzi sarebbero già in trattativa con le americane Fox e Warner. Le due major statunitensi potrebbero essere dunque alcuni dei player della futura società incaricata di produrre nuovi contenuti, da distribuire sulla piattaforma ad hoc di Bollorè&Co.
Sicuramente ci finiranno dentro Infinity di Mediaset, Canalplay e Watchever di Vivendi, ma potrebbe esserci spazio anche per Telefonica. La telco spagnola, che cederà a Vivendi le proprie quote in Premium, potrebbe insomma uscire dalla porta della pay-tv per rientrare dalla finestra dell’on demand, dove già opera con Yomvi (filiale di Movistar+, pay-tv dell’operatore di telecomunicazioni). Secondo fonti vicine al dossier su cui stanno lavorando Mediaet e Vivendi le categorie su cui si concentrerà la produzione contenutistica sono 3: film dal sangue europeo ma aperti alle prestazione delle star Usa (si vocifera di trattative con Kevin Spacey e Brad Pitt), serie tv con una 40ina di puntate ciascuna con format da 40 minuti e fiction lunghe anche fino a due ore. Il nuovo polo Tv “latino”, come sembrerebbe ami definirlo Bollorè, inizia a prendere forma.
Positiva la seduta giornaliera in Borsa di Mediaset, con gli Piazza Affari che ha promosso l’accordo tra Mediaset e Vivendi: il titolo del Gruppo italiano ha terminato la seduta in progresso del 2,57% a 3,59 euro. Flessione, seppur lievissima, per la compagnia francese, che ha chiuso invece in caso dello 0,16% a quota 18,39 euro.