LA RICERCA

“IoT, la sfida è valorizzare i dati raccolti”

Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of things del Politecnico di Milano: “Aziende sempre più interessate a offerte di informazioni pay-per-use”. Il direttore scientifico Alessandro Perego: “Il settore cresce grazie anche all’evoluzione delle reti”

Pubblicato il 11 Apr 2016

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“Nel 2015 si è vista una crescita rapidissima dell’IoT. Il cambio di passo non è solo dovuto alla crescita del mercato, ma all’evoluzione a livello di grandi infrastrutture di rete, dedicate all’Internet of Things, dell’offerta per la smart home e nell’ottica di una integrazione con i servizi assicurativi e dell’imminente sbarco nelle catene della moderna distribuzione, oltre ai servizi per l’Industria 4.0. In Italia l’IoT sta diventando sempre più una realtà”. Lo dice al Sole24ore Alessandro Perego, direttore scientifico degli osservatori digital innovation del Politecnico di Milano, illustrando le potenzialità di crescita di un settore, quello del machine to machine, che è destinato a entrare in modo sempre più pervasivo nella vita quotidiana delle persone.

Dai dati dell’osservatorio Internet of Things del Polimi emerge che il quadro italiano è allineato a quello del resto dell’Unione europea, con metà del mercato nazionale che fa riferimento al mondo dei trasporti e dell’energia. Per l’anno in corso la previsione è quella di uno sviluppo delle smart home, con nuovi dispositivi in aggiunta a quelli messi in campo dalle assicurazioni.

Il punto su cui ancora ci sarà molto dal lavorare è l’utilizzo dei dati che arrivano dai sensori, e che aggregati possono fornire informazioni importanti anche in tempo reale: “Non ci sono ancora strategie consolidate per valorizzare i dati raccolti – spiega Angela Tumino, direttore dell’osservatorio IoT – La raccolta di dati sull’uso di dispositivi IoT permette di creare offerte pay-per-use che interessano sempre più le aziende. Spesso le modalità di utilizzo dei dati sono solo parzialmente noti al momento in cui si progetta una App, perché gran parte del valore può emergere solo quando ci si interroga sul potenziale nascosto di questo patrimonio”.

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