Come verrà tutelata la privacy nell’era dell’Internet of Things? Se lo chiede l’autorità guidata da Antonello Soro che oggi dà il via al “Privacy Sweep 2016”, un’indagine a carattere internazionale dedicata quest’anno a verificare il rispetto della privacy nell’Iot.
L’iniziativa è coordinata dalla Global Privacy Enforcement Network (GPEN) – la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di diversi Paesi – e prenderà in esame dispositivi molto diversi: dai contatori intelligenti ai termostati regolabili via web, dalle smart car agli orologi intelligenti che misurano il battito cardiaco e la pressione sanguigna, dal controllo a distanza degli ascensori ai frigoriferi che segnalano la scadenza dei cibi.
Il Garante italiano concentrerà la sua azione in particolare sulla domotica per verificare il grado di trasparenza nell’uso delle informazioni personali dei consumatori e il rispetto delle norme sulla protezione di dati da parte delle aziende, anche multinazionali, operanti nel settore.
Oltre a quella italiana, altre 28 Autorità garanti della privacy di altrettanti Paesi del mondo parteciperanno all’indagine. Le Autorità valuteranno anche i possibili interventi nei confronti delle aziende cui dispositivi o servizi risulteranno in violazione delle norme sulla protezione dei dati.
I risultati dell’indagine saranno resi pubblici il prossimo settembre.
Lo “Sweep” (“indagine a tappeto”) sull’Iot fa seguito ad analoghe indagini effettuate negli anni scorsi che hanno preso in esame i servizi online destinati a minori, le informative privacy su siti web e le app per la telefonia mobile.
“L’Internet delle Cose è carico di promesse, che vanno da una migliore assistenza sanitaria ad un sempre maggiore efficientamento delle nostre abitazioni – sottolinea Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali -. Ma questi obiettivi devono essere raggiunti in piena trasparenza, informando chiaramente le persone sull’utilizzo che viene fatto dei loro dati personali, proteggendo questi dati da violazioni e usi impropri con adeguate misure di sicurezza e rispettando la libertà delle persone. E’ essenziale adottare un approccio internazionale alla questione Iot: un’azienda se opera in modo non corretto nei confronti degli utenti può violare, ovunque essa si trovi, le norme sulla protezione dei dati e minare la fiducia nei nuovi oggetti intelligenti che dialogano e interagiscono tra loro”.